Fca-Renault: questo matrimonio s'ha da fare. Perché è una grande opportunità e perché conviene a tutte e due le parti in causa. Soprattutto alla famiglia Elkann che, qualora la casa automobilistica francese dovesse accettare la proposta italo-statunitense di Fiat Chrysler Automobiles, passerà all'incasso, portandosi a casa un bonus di 2,5 miliardi di euro grazie al fatto che l'operazione si concluderebbe con valori di Borsa ottimali per gli azionisti del Lingotto.
E di chi è il merito? Anche del compianto Sergio Marchionne. Già, perché l'unione finanziaria e di governance tra Fca e Renault è figlia della capacità e lungimiranza imprenditoriale del manager scomparso il 25 luglio dell'anno scorso.
I transalpini non hanno ancora fissato in agenda la data del consiglio di amministrazione che passerà al vaglio – e in caso firmerà – la proposta di fusione al 50%, ma nel mentre il titolo di Fca in borsa è "congelato" e qualora arrivasse il (probabile) sì di Renault, ecco che scatterebbe un extra bonus di compensazione che farebbe ricca e contenti gli Elkann.
Come scrive La Verità, l'aggregazione verrebbe condotta come operazione di fusione sotto una capogruppo olandese, che verrà quotata a Milano, Parigi e Wall Street: "Il consiglio di amministrazione della società risultante dalla fusione sarebbe inizialmente composto da 11 membri con una maggioranza di consiglieri indipendenti e con un numero uguale di consiglieri, 4 ciascuna, in rappresentanza di Fca e groupe Renault ed uno designato da Nissan".
In conclusione, come si legge nella nota sull’affare diramata da Fca, "i
benefici derivanti dalla combinazione delle due attività sarebbero condivisi per il 50% dagli attuali azionisti di Fca e per il 50% dagli attuali azionisti di Renault".Tutti in attesa, dunque, del cda di Renault.
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