Generali dice addio anche dall'Olanda E arriva a metà strada nel piano cessioni

Il Leone ruggisce ormai soprattutto in Italia e in Europa, ma al mercato e agli analisti piace. Ieri Generali ha annunciato la cessione delle attività olandesi per 143 milioni (con una perdita di realizzo di 270 milioni), dopo aver completato, nell'ultimo anno, la vendita del business in Guatemala, Colombia e Liechtenstein e Panama e aver imboccato l'uscita per le attività belghe e portoghesi. Negli ultimi anni il gruppo è uscito o comunque ha ridotto notevolmente la presa anche da Israele, Svizzera, Russia e Messico e ha venduto le polizze agricole di Fata. Ma, nonostante la forte cura dimagrante, Piazza Affari apprezza: ieri il gruppo ha chiuso in rialzo dello 0,6% a 15,6 euro.

L'operazione permetterà al gruppo guidato da Philippe Donnet di ottenere un miglioramento in termini di solvibilità stimato a 1,6 punti. È tuttavia previsto che la cessione olandese porti a perdita di realizzo di circa 270 milioni. Con quest'ultima vendita, soggetta al via libera dell'Antitrust competente, Generali si trova a metà strada rispetto alla focalizzazione sui Paesi più redditizi annunciata lo scorso autunno nell'ultimo investor day e che prevedeva, l'uscita da 13-15 Paesi per un incasso complessivo da un miliardo.

Si tratta di una razionalizzazione delle partecipazioni con un'incidenza sull'utile operativo inferiore, una volta completata, all'1%, secondo le stime di Banca Akros che sul titolo mantiene una raccomandazione a neutral a 16,6 euro.

Al di là dell'aspetto industriale per la prossima vita del Leone gli occhi sono puntati a Mediobanca e al suo pia no di uscita o sensibile riduzione dal 13% del capitale. A quel punto, c'è da scommettere Trieste la fila dei pretendenti sarà lunga. Donnet ha poi annunciato l'adesione del gruppo al manifesto lanciato da Valore D sull'impegno «a favore della diversity»

CM

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