Giù i contratti stabili, volano quelli a chiamata

L'ennesimo flop del Jobs Act è certificato dall'Inps: volano i contratti a chiamata, mentre crollano quelli a tempo indeterminato

Giù i contratti stabili, volano quelli a chiamata

L'ennesimo flop del Jobs Act è certificato dall'Inps. Altro che far ripartire il lavoro: le misure degli ultimi governi hanno fatto volare solo i contratti a chiamata.

Le assunzioni nel settore privato nei primi cinque mesi del 2017, infatti, sono state 2.736.000, in aumento del 16% rispetto allo stesso periodo del 2016. Ma il maggior contributo è dato dalle assunzioni a tempo determinato, in crescita del 23%, mentre sono diminuite del 5,5% quelle a tempo indeterminato.

Inoltre, a livello generale, oltre all'incremento dei contratti di somministrazione a tempo determinato del 14,6%, "appare particolarmente significativa la crescita vigorosa dei contratti di lavoro a chiamata a tempo determinato", scrive l'istituto. Sempre nell'arco temporale gennaio-maggio, questi passano dai 76.000 del 2016 ai 165.000 del 2017, con un incremento del 116,8%.

Questo dato, sottolinea l'Inps, "può essere messo in relazione alla necessità delle imprese di individuare strumenti contrattuali sostitutivi dei voucher, cancellati dal legislatore a partire dalla metà dello scorso mese di marzo".

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