Il governo ha deciso di gettare la maschera. Dopo la manovra bluff del 2020 (cha ha già l'acre sapore delle tasse), già pensa a quella del 2021, l'anno in cui molto probabilmente arriverà la "sprangata" sull'Iva e sulle accise. A scoperchiare il vaso di Pandora è il sottosegretario dem all'Economia, Pier Paolo Baretta. In un'intervista al Corriere non usa giri di parole: "È impensabile affrontare la prossima legge di Bilancio, quella per il 2021, di nuovo sotto la spada di Damocle delle clausole di salvaguardia, cioè gli aumenti di Iva e accise per 20 miliardi, che rischiano di impegnare, come per il 2020, i tre quarti della manovra. Se vogliamo, come governo, recuperare margini per intervenire sull’economia, è bene cominciare a discuterne subito". Poi arriva la domanda chiave: "Sta dicendo che per il 2021 non ci sarà come al solito l’azzeramento degli aumenti di Iva e accise?". E qui Baretta non riesce più a nascondere quello che da tempo già sappiamo: i giallorossi aumenteranno ancora le tasse. E in questo quadro va sottolineata la risposta del sottosegretario che spiana la strada alle tasse: "Sappiamo che l’Iva e le tax expenditure, cioè gli sgravi, detrazioni e deduzioni, sono una giungla. Bene, è venuto il momento di addentrarsi in questa giungla e immaginare operazioni di rimodulazione per conseguire, per esempio, gli obiettivi che il governo si propone con la riforma del fisco. Voglio dire che non c’è solo il taglio del cuneo fiscale o la revisione delle aliquote Irpef di cui discutere, ma anche una eventuale rimodulazione dell’Iva a vantaggio del cosiddetto carrello della spesa, recuperando invece sul fronte dei beni voluttuari. Stessa cosa si può fare sulle tax expenditure. Ci sono più di 700 voci, parte delle quali retaggio del passato, mentre ci sono nuove esigenze da soddisfare: penso alla non autosufficienza e all’assegno unico per la famiglia, di cui si parla nel disegno di legge delega".
Insomma dietro la parolina "rimodulazione" c'è sostanzialmente la certezza di un aumento delle aliquote Iva e delle accise che molto probabilmente colpirà le tasche degli italiani a partire dal prossimo anno. Nel corso del 2020 verrà servito un antipasto a base di imposte sulle auto aziendali, plastic tax e altri mini-balzelli che di certo colpiranno il potere di acquisto delle famiglie con una stangata di più di 600 euro. Di certo l'esecutivo giallorosso vuole evitare spaccature sulle imposte come avvenuto nella discussione dell'ultima manovra.
E allora si porta avanti col lavoro annunciando già l'ipotesi rincari a gennaio 2020. Infine, molto probabilmente, uscirà di scena anche Quota 100. Su questo punto Baretta è stato molto chiaro: "Questa misura terminerà alla fine del 2021 e non abbiamo alcuna intenzione di confermarla".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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