Imprenditori italiani scrivono una lettera all'Ue: stop alle sanzioni

Le imprese italiane hanno inviato una lettera al Consiglio Europeo dopo i pesanti effetti delle sanzioni contro la Russia

Imprenditori italiani scrivono una lettera all'Ue: stop alle sanzioni

Le sanzioni alla Russia hanno avuto un impatto negativo sull'economia nostrana: per questo motivo un gruppo di imprenditori ha deciso di scrivere al Consiglio Europeo.

Gli effetti delle sanzioni alla Russia hanno messo in ginocchio un'intera regione: si stima che circa 1.900 aziende emiliane abbiano chiuso a causa delle sanzioni. In vista del vertice europeo che discuterà il rinnovo delle tanto discusse sanzioni economiche contro Mosca, una delle sigle che raggruppa gli imprenditori italiani in Russia, l'associazione Gim-Unimpresa, ha inviato una lettera al presidente del consiglio europeo Donald Tusk e all'alto rappresentante per la politica estera Ue Federica Mogherini. La richiesta avanzata è quella di "mettere fine" alle misure restrittive contro la Federazione.

"Oltre al danno economico, quantificabile in circa 100 miliardi di euro di diminuzione dell'interscambio, dovuto in parte anche alla seria crisi del sistema economico russo occorre registrare una significativa perdita di fiducia da parte russa nei confronti dei nostri paesi e delle istituzioni europee, che rischia sempre più di impoverire i rapporti sviluppati in questi ultimi venti anni", si legge nella missiva.

Tra le altre cose, le imprese hanno ribadito di "nutrire forti dubbi" sull'efficacia del regime sanzionatorio che, dal loro punto di vista, servono "a porre rimedio a vicende che sono certamente più complicate di quanto non venga pubblicamente dichiarato". Fanno notare, inoltre, come via sia una "totale mancanza di visione strategica da parte europea nei confronti della Russia".

Infine, Gli imprenditori accusano Bruxelles di nutrire sentimenti anti-russi: "da ormai molti anni all'interno della Commissione e del Consiglio europeo prevalgono posizioni russofobiche", hanno spiegato.

La dimostrazione di un simile atteggiamento, a loro dire, è anche il fatto di aver portato alla nomina a capo della delegazione della Commissione Ue a Mosca "del rappresentante proprio di uno di quegli Stati, che sono storicamente anti-russi". Senza nominarlo, è evidente che il riferimento è rivolto all'ambasciatore Vygaudas Usackas, già ministro degli Esteri della Lituania.

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