Intesa Sanpaolo e Confindustria si alleano per fare del Pnrr un volano per la crescita del Paese attraverso un nuovo percorso congiunto, competitività, innovazione e sostenibilità che metterà 150 miliardi a disposizione delle imprese per promuovere l'evoluzione del sistema del Paese in linea con il piano di rilancio. La sfida? Quella di mettere solide basi per sviluppare una solida ripresa nel medio termine tale da dare vita a un'economia strutturalmente consistente e in grado di sostenere l'indebitamento con l'Europa.
L'accordo, della durata triennale, è stato firmato e presentato ieri a Milano di fronte alla comunità finanziaria da Carlo Messina, ad della prima banca del Paese, e da Carlo Bonomi, presidente dell'associazione degli industriali italiana. L'intesa consolida la collaborazione più che decennale tra Intesa e Confindustria dichiarano i due interlocutori ricordando che, a partire dal 2009, le iniziative congiunte hanno consentito di affiancare migliaia di aziende e pmi con l'erogazione di oltre 200 miliardi di credito. Digitalizzazione, innovazione, rafforzamento della struttura finanziarie e patrimoniale, sostenibilità e potenziamento delle imprese sono i temi al centro dell'intesa.
Dobbiamo accompagnare il Paese verso l'uscita dalla crisi pandemica, abbandonando progressivamente le misure emergenziali, cogliendo appieno le opportunità del Pnrr e varando le riforme necessarie commenta Bonomi. È necessario fare sì che la ripresa si consolidi nel tempo portando il Pil a livelli di crescita stabilmente maggiori a quelli a cui siamo abituati. Non possiamo permetterci una crescita del Pil sotto il 2% perché in questo caso il debito pubblico, enorme, diverrebbe un problema. Per questo occorre puntare tutte le risorse sulla crescita ribadisce Messina per poi aggiungere: Ci sono frontiere in cui possiamo avere la leadership mondiale. Tra queste il manager segnala l'aerospazio su cui la banca sta valutando la possibilità di mettere ulteriori fondi a disposizione delle imprese. Per il manager, inoltre, è fondamentale portare il risparmio delle famiglie verso forme di finanziamento del nostro debito. Solo in questo modo, puntando sulla crescita e sull'autofinanziamento, sarà possibile riprenderci l'indipendenza dalle Bce che ogni Paese deve avere sottolinea Messina secondo cui: il nostro Paese deve investire per portare ancora più italiani nei posti chiave in Europa:
Condivido l'ossessione per la crescita. Non basta raggiungere la crescita al 2% nel 2024 previsto da Nadef. L'impresa italiana è forte, più solida e più capitalizzata rispetto a quella uscita dalla crisi del 2008.
Ma dobbiamo spingere, spingere e ancora spingere oltre a puntare sull'innovazione tecnologica per fare fronte alle prossime sfide ribadisce Bonomi che evidenzia poi la necessità di stabilità perché l'azione riformatrice del Governo deve andare avanti e auspica una riforma organica del fisco.
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