L'aumento dell'Iva? Non inciderebbe solo sui consumi, già fortemente contratti, ma andrebbe a penalizzare soprattutto le famiglie meno abbienti. È l'allarme lanciato dalla Cgia di Mestre, secondo cui nonostante in termini assoluti saranno i redditi più alti a ad avere un maggiore aggravio, se si confronta l’incidenza percentuale dell’aumento sullo stipendio netto annuo di un capo famiglia, la situazione si ribalta.
In pratica, l'eventuale maggiorazione peserà di più sugli stipendi bassi e sulle famiglie più numerose e meno sulle retribuzioni più elevate. "Bisogna assolutamente trovare la copertura per evitare questo aumento", dice Giuseppe Bortolussi, segretario della Cgia di Mestre, "Non si possono penalizzare le famiglie ed in particolar modo quelle più in difficoltà. Nel 2012 la propensione al risparmio è scesa ai minimi storici. Se dal primo ottobre l’aliquota ordinaria del 21% salirà di un punto, subiremo un ulteriore contrazione dei consumi che peggiorerà ulteriormente il quadro economico generale. È vero che l’incremento dell’Iva costa 4,2 miliardi di euro all’anno, ma questi soldi vanno assolutamente trovati per non fiaccare la disponibilità economica delle famiglie e per non penalizzare ulteriormente la domanda interna".
"Faremo di tutto per congelare l’aumento fino alla fine dell’anno", assicuare il sottosegretario all’Economia, Pier Paolo Baretta, in un’intervista alla Stampa, "Ma l’unica via d’uscita per evitarlo in via permanente è la ridefinizione delle aliquote Iva in tutto il paniere dei beni. Sono anni che se ne parla ma non si fa mai".
Ai microfoni di Radio Anch'io, poi, parla di un possibile - ennesimo - rinvio: "La possibilità che l’aumento dell’Iva venga eliminato per sempre è sotto il 5% ma per questi ulteriori 3 mesi la possibilità è abbastanza buona".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.