Quanto ci costa la dipendenza dal gas russo

Strategie del governo, nuove forniture, obiettivi del governo. Roberto Cingolani fa il punto al Senato sulla dipendenza italiana ed europea dal gas russo. Partendo dalla salata bolletta pagata ogni giorno a Mosca, che la speculazione alimenta

Quanto ci costa la dipendenza dal gas russo

"L'Europa sta continuando a acquistare gas dalla Russia, per pagamenti di circa un miliardo di euro al giorno. In un momento come questo ha un'implicazione che va oltre il settore energetico". E questa è "una riflessione importante da fare". Roberto Cingolani, ministro della Transizione ecologica, in un'informativa al Senato, ragiona apertamente sulle conseguenze politiche che la situazione oggi dominante nel mercato energetico comuntario può aprire per l'Italia e gli altri Paesi dell'Unione.

Cingolani smorza i timori su un possibile caos energetico legato a uno stop a breve termine delle forniture da Mosca. Nel suo piano il ministro ha previso nelle scorse settimane il dimezzamento delle forniture dalla Russia in tre mesi e la fine della dipendenza in due anni e mezzo. Oggi Cingolani dichiara che i tempi saranno più lunghi: per sostituire un terzo della dipendenza russa con un raddoppio del gasdotto Tap proveniente dall'Azerbaijan la stima prevista da Cingolani è di sessantacinque mesi. Sul fronte della domanda per Cingolani in primavera "grazie all'atteso miglioramento delle condizioni climatiche, si stima una riduzione della domanda per uso civile pari a circa 40 metri cubi al giorno a fine marzo, in condizioni di freddo standard". Pertanto, anche uno stop totale dei flussi dalla Russia a partire da oggi non comporterebbe problemi di fornitura interna.

"Eventuali picchi di domanda", per Cingolani, potrebbero essere assorbiti modulando opportunamente i volumi in stoccaggio o con altra capacità di import. Problemi per assicurare la fornitura a tutti i consumatori italiani potrebbero avvenire solo in caso di un picco di freddo eccezionale entro fine marzo e o contestuali disruptions su altre rotte di importazione. Se, dunque, non ci si aspettano grandi problemi per superare la stagione invernale, è essenziale prendere tutti i provvedimenti necessari per garantire di arrivare pronti all’inizio del prossimo anno termico. "Dipendiamo per il 95 per cento dal gas naturale. Nel nostro energy mix abbiamo sostanzialmente rinnovabili e gas. Da quindi la nostra dipendenza" che impone riflessioni a tutto campo e visioni di prospettiva.

Nel frattempo resta il dilemma dei prezzi. Cingolani, nell'informativa nell'Aula del Senato, è tornato anche sul tema dei recenti ulteriori rincari del costo dell'energia e sulle misure del governo per contrastarne gli effetti. I rincari del gas sono legati "al mercato degli hub" un problema che "sta mettendo in ginocchio, non solo l'Italia ma tutti i Paesi europei. Questo interessa anche le raffinerie che faticano a produrre a prezzi normali", a causa di un rincaro sull'intera filiera a tutto campo, e per Cingolani il governo potrebbe intervenire anche con misure di contingentamento della domanda e di accelerazione dell'efficientamento energetico.

Sotto attacco la speculazione, già denunciata peril prezzo della benzina. Per Cingolani "non c'è qualcuno in Italia che sta facendo una cosa sbagliata, il problema è di questi hub che non lavorano sulla materia prodotta ma scambiando certificati", i cosiddetti futures. E questo è "un problema molto serio che non sta mettendo in ginocchio solo l'Italia ma tuti paesi europei", perchè a parità di gas oggi pago un euro mezzo a metro cubo, ha aggiunto il ministro. L'energia entra dunque al centro dell'agenda politica del governo. E lo fa a tutto campo.

Tra dipendenza sistemica da Mosca e una speculazione che aumenta il conto economico pagato dall'Europa alla Russia per finanziare la sua gerra in Ucraina, Cingolani ha definito con attenzione la gravità del problema. Al governo Draghi ora la palla per non perdere definitivamente la "battaglia del gas".

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