L'attuale sistema della Tassa rifiuti, non regge più. Bisogna che il Governo vi metta urgentemente mano. Le differenze abnormi, da Comune a Comune, di peso contributivo, sono destinate ad aggravarsi con l'applicazione del collegamento catastale recentemente annunciato (e realizzato) e si fanno quindi vieppiù intollerabili. La situazione è il frutto di una perversa combinazione: l'obbligo di copertura dei costi quali che essi siano, senza alcun sistema premiale per i Comuni virtuosi, e la mancanza di ogni controllo (da parte dei contribuenti, proprietari o inquilini) sulla reale necessità ed ineluttabilità dei costi. Nel mantra della copertura dei costi che essi stessi determinano, i Comuni trovano paradossalmente ogni scusante e questo in un settore che è l'unico al di fuori di ogni diretto controllo, di qualsivoglia genere. Il sistema va rivoltato come un calzino. Tutti i precedenti tentativi di ricondurre l'imposizione fiscale alla reale produzione dei rifiuti (sistema in atto in ogni Paese civile non condizionato da classi politiche dedite allo spreco locale e a tutto vocate meno che all'interesse generale) sono stati frustrati dagli Enti locali, la cui dirigenza non ammette controlli, forte del fatto di godere di quell'immunità che la ripartizione bipartisan assicura.
E' necessario che la Presidenza del Consiglio e il Ministero dell'Ambiente (al quale il problema è stato da tempo rappresentato dai sindacati della proprietà e degli inquilini, senza nessun riscontro) insedino urgentemente un tavolo di lavoro con la rappresentanza di tutte le parti direttamente interessate al risparmio e non alla dilatazione della spesa. *presidente Centro studi Confedilizia- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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