L'inflazione Usa frena ma la Fed non molla

Per quest'anno atteso un solo taglio ai tassi

L'inflazione Usa frena ma la Fed non molla
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La Federal Reserve americana mantiene le attese e lascia i tassi d'interesse fermi nella forbice 5,25-5,50 per cento. «Manterremo questo intervallo di tassi fino a quando sarà necessario», ha detto il capo della banca centrale americana, Jerome Powell (in foto), secondo il quale tagliare i tassi «troppo velocemente o troppo potrebbe portare indietro» nella lotta al contrasto all'inflazione, che di sicuro «è scesa nell'ultimo anno» e attualmente «i rischi per arrivare ai nostri obiettivi si sono bilanciati», ma «i progressi sono stati modesti verso il nostro obiettivo».

Proprio ieri, intanto, l'inflazione americana è rallentata più delle attese a maggio al 3,3% dal 3,4% di aprile. Si tratta di un buon dato, ma non abbastanza per far posare i falchi che volano su Eccles Building, con la Fed che prevede un solo taglio dei tassi di interesse nel corso del 2024 pari allo 0,25% (i mercati puntano su novembre), rispetto ai tre che si immaginavano fino a pochi mesi fa. «L'inflazione è scesa dal picco di oltre il 7% ma rimane alta» e «noi vogliamo portarla al 2%», ha precisato Powell. Dal 2025, invece, il percorso tracciato dalle famose «dot-plot» indica ben quattro tagli ai tassi e ulteriori quattro l'anno successivo, fino a raggiungere un livello del 2,8% nel lungo termine. Segno di come l'istituto centrale si attenda un miglioramento significativo sul fronte dei prezzi nel corso di quest'anno. La Borsa americana ha reagito abbastanza bene alla decisione della Fed, con l'S&P 500 che a poco più di un'ora dalla chiusura guadagnava circa l'1 per cento e il Nasdaq l'1,8 per cento.

Intanto, l'istituto centrale non ha vambiato le previsioni sulal crescita del Pil americano nel 2024 e confermato una crescita per quest'anno del 2,1%, del 2% nel 2025 e un altro 2% nel 2026. Leggero rialzo invece per le previsioni di inflazione per il 2024, ma la

Fed si

aspetta comunque che i prezzi tornino ai bassi livelli prepandemici entro il 2026. I dati appena diffusi vedono, infatti, una stima dell'inflazione generale alla fine di quest'anno al 2,6% dal precedente 2,4% previsto a marzo.

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