E adesso nascono problemi anche sulla liquidazione che spetta ai dipendenti pubblici dopo tanti anni di onorata carriera. Nè da comunicazione l'Inps e riguarda gli sgravi fiscali introdotti nel 2019.
Come funziona adesso
Solitamente, il Trattamento di fine servizio (Tfs) viene liquidato fra i 2 ed i 5 anni da quando il lavoratore è andato in pensione: il ritardo rispetto ad un ente privato è "giustificato" da una norma che fu introdotta durante la crisi dello spread per mantenere in equilibrio i conti pubblici. Però, dopo la crisi, la norma è rimasta lì al suo posto e la situazione continua ad essere la stessa. Adesso, però, si può chiedere un anticipo del proprio Tfs fino a 45 mila euro ma la procedura, sbloccata dopo anni di tira e molla grazie al primo governo Conte (alleanza M5S e Lega Nord) vale soltanto per quattro banche tutte di piccole dimensione. Insomma, è come non averlo.
Lo sconto sulla liquidazione
Come riportato dal Messaggero, sempre all'epoca del primo governo Conte era stata prevista anche un'altra agevolazione fiscale: uno sconto sulla liquidazione per compensare il fatto che i dipendenti pubblici avrebbero dovuto pagare un interesse alle banche per l'anticipo sul Tfs. Per le indennità dopo 12 mesi si applica uno sconto dell'1,5%, per quelle a 24 mesi del 3%, a 36 mesi si arriva al 4,5% per toccare il 6% per quelle corrisposte dopo 48 mesi. Ma c'è qualcosa che non quadra. "Abbiamo riscontrato una grave e incomprensibile disparità nell'applicazione della norma in oggetto nei confronti dei dipendenti pubblici cessati dal servizio e in regime di trattamento di fine rapporto", afferma il segretario generale dell'Unsa-Confsal, Massimo Battaglia.
"La detassazione viene applicata dall'Inps esclusivamente nelle ipotesi di trattamenti di fine servizio denominati Indennità di buonuscita (destinatari i dipendenti statali), Indennità di anzianità (dipendenti enti pubblici non economici) e Indennità premio di servizio (dipendenti enti locali e sanità). Diversamente, l'Inps si comporta nei confronti dei dipendenti pubblici che alla cessazione dal servizio si trovano in regime di Trattamento di Fine Rapporto-Tfr, poiché a costoro l'Istituto previdenziale non applica la detassazione", aggiunge.
Il mare magnum delle differenze nel pubblico impiego è infinito: si passa dal Tfs alla buonuscita fino al classico Tfr che viene applicato a tutti gli assunti a partire dal 2001 e a tutti quelli assunti negli anni precedenti che, però, hanno scelto di aderire a forme di previdenza complementare. Sono proprio questi ultimi, secondo i dati della Covip, a non aver diritto alla detrazione fiscale: si tratta di tanta gente, ben 414 mila pensionati.
Non si comprende la motiazione anche perché la norma parla di "Indennità di servizio comunque denominata". Però, mentre ai dipendenti è permesso chiedere l'anticipo, contemporaneamente gli viene negato lo sgravio fiscale. Anche questa è una delle tante stranezze e incomprensioni della nostra amata Italia.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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