La bomba di tasse sugli statali. Che cosa cambia per chi va via

Una circolare dell'Inps non riconosce la detassazione del 6% sul Tfr pagato con quattro anni di ritardo: la misura era stata introdotta insieme all'anticipo di 45 mila euro che dovrebbero finanziare le banche. Ma sono soltanto in 4...

La bomba di tasse sugli statali. Che cosa cambia per chi va via

E adesso nascono problemi anche sulla liquidazione che spetta ai dipendenti pubblici dopo tanti anni di onorata carriera. Nè da comunicazione l'Inps e riguarda gli sgravi fiscali introdotti nel 2019.

Come funziona adesso

Solitamente, il Trattamento di fine servizio (Tfs) viene liquidato fra i 2 ed i 5 anni da quando il lavoratore è andato in pensione: il ritardo rispetto ad un ente privato è "giustificato" da una norma che fu introdotta durante la crisi dello spread per mantenere in equilibrio i conti pubblici. Però, dopo la crisi, la norma è rimasta lì al suo posto e la situazione continua ad essere la stessa. Adesso, però, si può chiedere un anticipo del proprio Tfs fino a 45 mila euro ma la procedura, sbloccata dopo anni di tira e molla grazie al primo governo Conte (alleanza M5S e Lega Nord) vale soltanto per quattro banche tutte di piccole dimensione. Insomma, è come non averlo.

Lo sconto sulla liquidazione

Come riportato dal Messaggero, sempre all'epoca del primo governo Conte era stata prevista anche un'altra agevolazione fiscale: uno sconto sulla liquidazione per compensare il fatto che i dipendenti pubblici avrebbero dovuto pagare un interesse alle banche per l'anticipo sul Tfs. Per le indennità dopo 12 mesi si applica uno sconto dell'1,5%, per quelle a 24 mesi del 3%, a 36 mesi si arriva al 4,5% per toccare il 6% per quelle corrisposte dopo 48 mesi. Ma c'è qualcosa che non quadra. "Abbiamo riscontrato una grave e incomprensibile disparità nell'applicazione della norma in oggetto nei confronti dei dipendenti pubblici cessati dal servizio e in regime di trattamento di fine rapporto", afferma il segretario generale dell'Unsa-Confsal, Massimo Battaglia.

"La detassazione viene applicata dall'Inps esclusivamente nelle ipotesi di trattamenti di fine servizio denominati Indennità di buonuscita (destinatari i dipendenti statali), Indennità di anzianità (dipendenti enti pubblici non economici) e Indennità premio di servizio (dipendenti enti locali e sanità). Diversamente, l'Inps si comporta nei confronti dei dipendenti pubblici che alla cessazione dal servizio si trovano in regime di Trattamento di Fine Rapporto-Tfr, poiché a costoro l'Istituto previdenziale non applica la detassazione", aggiunge.

Il mare magnum delle differenze nel pubblico impiego è infinito: si passa dal Tfs alla buonuscita fino al classico Tfr che viene applicato a tutti gli assunti a partire dal 2001 e a tutti quelli assunti negli anni precedenti che, però, hanno scelto di aderire a forme di previdenza complementare. Sono proprio questi ultimi, secondo i dati della Covip, a non aver diritto alla detrazione fiscale: si tratta di tanta gente, ben 414 mila pensionati.

Non si comprende la motiazione anche perché la norma parla di "Indennità di servizio comunque denominata". Però, mentre ai dipendenti è permesso chiedere l'anticipo, contemporaneamente gli viene negato lo sgravio fiscale. Anche questa è una delle tante stranezze e incomprensioni della nostra amata Italia.

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