Nella fase storica che stiamo attraversando di cosa parliamo quando parliamo di rilancio del nostro Sistema Paese? Di molti temi importanti, essenziali. Tuttavia e lo avverto come uno storico e preoccupante segno di debolezza la cultura continua a rimanere la grande trascurata. Nell'agenda della politica non trova proprio spazio, neppure una noticina a margine. Come se, per l'appunto, la cultura non fosse ritenuta un pilastro del rilancio del Sistema Italia. Dimenticandosi così che essa, per sua natura, è uno straordinario veicolo di conoscenza e pertanto di crescita umana ed economica.
Sono curioso di vedere se il nuovo esecutivo che andrà a nascere invertirà la tendenza, seppur qualche cenno di risveglio (merita di essere sottolineato) lo si poteva cogliere già nell'impegno del ministro Franceschini. Lo dico con franchezza: il risveglio di un Paese non può avvenire senza che la bellezza trovi spazio al centro della scena. I cittadini hanno bisogno di bellezza (anche se magari non ne sono del tutto consapevoli); i turisti che vengono in Italia devono essere messi nelle condizioni di incontrare la bellezza adeguatamente supportata da cura e perseveranza nel fornire servizi all'altezza. Investire in cultura, intesa nel senso più ampio del termine, non solo è necessario, ma è assolutamente strategico. È miope ritenerla questione marginale.
Certo, viviamo l'emergenza dell'approvvigionamento energetico e su quello è sacrosanto spendersi in modo pugnace e finalmente con una visione che consenta di preparare oggi un futuro all'insegna della messa in sicurezza del Paese; ma è altrettanto certo che non vi è emergenza che giustifichi l'assenza di investimenti nella cultura.
Vale per il pubblico. E vale per il privato. Ciò che è bello è virtuoso. E soprattutto genera profitto. Dunque, le agende della politica vanno ripensate. La cultura dietro la lavagna significa cattiva educazione. E cattive pratiche.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.