L'Ue rivede le stime sull'Italia. E lancia un avvertimento a Renzi

Dopo i moniti di Ue, Bce e Bankitalia, la Commissione rivede al ribasso le stime economiche: la ripresa sarà più lenta del previsto e Renzi deve mantenere gli impegni

L'Ue rivede le stime sull'Italia. E lancia un avvertimento a Renzi

Il governo Renzi aspetta l'ultimo via libera dalla Camera dei deputati per iniziare a lavorare, ma l'Europa è già in allerta. Nei giorni scorsi da più parti è arrivato un avvertimento a rispettare gli impegni e non uscire dal percorso tracciato dagli esecutivi precedenti.

Prima il "pizzino" di Olli Rehn al neoministro dell'Economia Pier Carlo Padoan ("Sa cosa deve essere fatto"). Poi quello, sulla stessa lunghezza d'onda, del governatore di Bankitalia, Ignazio Visco, e di quello della Bce, Mario Draghi. E ora arrivano pure le stime economiche elaborate dalla Commissione europea. Stime che, peraltro, correggono al ribasso le previsioni di Enrico Letta, che aveva parlato di ripresa nel 2014.

La crescita, in effetti, ci sarà quest'anno, ma sarà molto più lenta di quella ipotizzata dall'ex premier. Sarà trainata soprattutto da domanda esterna e attività industriale, ma il pil sarà positivo di appena 0,6 punti, contro lo 0,7% stimato a novembre e da +0,7% la aggiorna a +0,6%. Nel 2013, inoltre, il pil sarà di -1,9% (contro il -1,8 previsto). Stabile invece quello del 2015 a +1,2%.

Per quanto riguarda la disoccupazione, poi, le stime Ue parlano di un tasso del 12,6% nel 2014 e del 12,4% nel 2015. A novembre Bruxelles prevedeva rispettivamente 12,4% e 12,1%. "Con condizioni del mercato del lavoro ancora difficili, i consumi privati crescono solo marginalmente", scrive la Commissione Ue.

Migliorano solo le stime sul deficit: 2,6% quest’anno e 2,2% nel 2015, con il 2013 che chiude a 3%. A novembre il disavanzo 2014 era dato al 2,7%. "I conti beneficiano del calo di spread e interessi sul debito", scrive L’Ue. Migliora anche l’aggiustamento strutturale ma "a politiche invariate" peggiora nel 2015.

"Dopo aver incorporato 1,6% di pagamento dei debiti PA e 0,5% di privatizzazioni, il debito raggiunge il picco nel 2014 vicino al 133,7% e poi scende leggermente nel 2015 (132,4%) grazie a un avanzo primario più ampio e alla crescita del pil", aggiunge la Commissione.

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