Lufthansa pronta per Ita "Sì a una partnership"

L'ad del gruppo tedesco: "Italia strategica, potremmo diventare soci". L'asse con Msc

Lufthansa pronta per Ita "Sì a una partnership"

Lufthansa potrebbe entrare a breve nella data room di Ita, l'azione preliminare a una decisione su una partecipazione alla privatizzazione della compagnia che ha sostituito Alitalia. Lo ha detto ieri il ceo del vettore tedesco, Carsten Spohr, presentando i dati annuali del gruppo: non positivi, ma in netto miglioramento, anche se la guerra in corso «non permette previsioni più dettaglate». «L'Italia ha detto è per noi il più importante mercato in Europa, e su base globale secondo solo agli Stati Uniti. Per noi è strategico e pensiamo che Lufthansa sia il giusto partner per Ita». Come, ancora non si sa. Lufthansa è coinvolta con il colosso del trasporto marittimo Msc e insieme hanno presentato una manifestazione d'interesse chiedendo 90 giorni di esclusiva. Ma per ora ogni modello di alleanza è possibile, dalla semplice partnership commerciale alla partecipazione azionaria. «Vedremo cosa offre Ita e decideremo quali opzioni ci siano». Al momento, in attesa della data room che sarà aperta nelle prossime ore e svelerà ai possibili compratori i dati sensibili di natura industriale e finanziaria, le soluzioni che si profilano vedono la maggioranza a Msc da sola, con Lufthasa socio minoritario, o a una newco formata da Msc in maggioranza e Lufthansa in minoranza. Il governo italiano dovrebbe mantenere almeno all'inizio una quota di minoranza, con funzione di garanzia.

In questo momento non sembrano profilarsi altri concorrenti all'acquisto di Ita: si parla di un interesse di Delta, che potrebbe coinvolgere Air France-Klm; quest'ultima non può fare acquisizioni dirette non avendo restituito gli aiuti governativi ricevuti per il Covid. Cosa che invece Lufthansa ha già fatto.

Il 2021 del gruppo di Francoforte si è chiuso con una perdita importante, 2,2 miliardi di euro, in netto miglioramento rispetto al rosso di 6,7 miliardi del 2020. Le previsioni per l'anno in corso sono (erano) di un ulteriore recupero, ma le «grandi incertezze» che circondano l'Ucraina non permettono una visione di dettaglio. «In un giovedì normale ha detto Spohr ci sarebbero 4mila passeggeri sui nostri aerei tra Ucraina e Russia». Invece, tutto bloccato.

Nel 2021 il gruppo ha registrato ricavi per 16,8 miliardi di euro (più 24% sul 2020, ma nemmeno la metà del 2019 pre-Covid), con un record per le attività cargo, che da

sole hanno fatto profitti per 1,49 miliardi, quasi il doppio dell'anno precedente. La sola attività passeggeri ha perso 3,72 miliardi: i biglietti sono stati 47 milioni, più 29% sul 2020, ma quasi 100 milioni meno del 2019.

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