L'Ufficio Parlamentare di Bilancio torna a "martellare" il governo. Come riporta il Rapporto sulla politica di Bilancio che è stato appena pubblicato le previsioni su una crescita dell'Economia sono al ribasso: "A dicembre il Governo ha rivisto le stime macroeconomiche, riducendo la crescita attesa del Pil reale (all’1% sia per il 2018 sia per il 2019) e nominale. L’Upb - si legge nel Rapporto - ha svolto un esercizio di valutazione rapido, nel quale la previsione di crescita del Pil nel 2019 (0,8%) risultava inferiore a quella del ministero dell’Economia, ma in virtù dell’allineamento sulla dinamica del Pil nominale (2,3%) il quadro è stato considerato plausibile. Sono stati segnalati i rilevanti rischi al ribasso, soprattutto per il prossimo biennio. I dati congiunturali rilasciati successivamente hanno accresciuto i fattori di rischio, anche nel breve termine".
A questo punto l'Ufficio Parlamentare per il Bilancio accende un faro sulla tenuta dei conti: "Data la manovra, il conseguimento dei nuovi obiettivi programmatici di finanza pubblica è esposto a una serie di elementi di criticità". L'Ufficio Parlamentare di Bilancio poi spiega quali possono essere i rischi sulla strada della crescita e sul mantenimento degli euqilibri nei conti: "Le grandezze della finanza pubblica programmata dal Governo appaiono soggette a rischi e incertezze che riguardano il quadro macroeconomico e le tendenze congiunturali in atto sembrano implicare una crescita del Pil inferiore a quella dello scenario programmatico recentemente aggiornato dal Governo con presumibili impatti sui saldi di finanza pubblica". Infine l'Up segnala anche il rischio di tagli alla sanità per disattivare le clausole di salvaguardia sull'Iva: "Nel biennio 2020-21, il raggiungimento del rapporto deficit/Pil programmatico è interamente affidato alle clausole di salvaguardia su Iva e accise ma alla luce di quanto avvenuto in passato, la prospettiva di sostituzione delle clausole appare, perlomeno, di realizzazione complessa.
Gli interventi di riduzione della spesa non dovrebbero verosimilmente interessare, se non in maniera limitata, le voci concernenti gli investimenti, che si vogliono potenziare; quelle riguardanti le prestazioni sociali, che si aumentano tramite la manovra attuale; i redditi da lavoro che verranno incrementati dai rinnovi contrattuali. Tenuto conto di tali esclusioni, la spesa residua aggredibile, rappresentata in buona parte dalla spesa sanitaria, sarebbe oggetto di riduzioni consistenti".
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