La stretta sull'evasione potrebbe scattare a partire dalla vigilia di Natale. Con la pubblicazione del decreto legge fiscale in Gazzetta Ufficiale, avvenuta il 26 ottobre scorso, la legge di conversione del decreto potrebbe arrivare già il 24 dicembre, anticipando di un giorno (feriale) la scadenza dei 60 giorni. Infatti, da quando il decreto viene pubblicato in Gazzetta Ufficiale, il legislatore ha 60 giorni di tempo per trasformarlo in legge. Ma, visto che il 25 e il 26 dicembre sono giorni festivi, le manette per gli evasori potrebbero essere anticipati alla vigilia di Natale.
Manette agli evasori
La stretta sui reati fiscali, prevista dall'articolo 39 del decreto, aumenta le pene e abbassa le soglie: da 4 a 8 anni di carcere, per dichiarazioni fraudolente superiori a 100mila euro. Il Parlamento ha 60 giorni per esaminarla e approvare il testo finale. Così, il primo test per la stretta sui reati tributari potrebbe arrivare subito: il 27 dicembre, infatti, è prevista la scadenza per i potenziali omessi versamenti dell'acconto Iva. L'inasprimento delle pene determina anche la possibilità di disporre intercettazioni e prevede anche la richiesta di custodia cautelare in carcere.
Lotteria degli scontrini e pagamenti con bancomat
Dal prossimo gennaio scatterà la lotteria degli scontrini e, contestualmente, anche le sanzioni per i commercianti che non trasmetteranno all'Agenzia delle entrate i dati dei singoli pagamenti, evitando quindi di effettuare lo scontrino. La multa, che nella bozza era calcolata dai 500 ai 2mila euro è stata abbassata, dai 100 ai 500 euro.
Altra tappa fondamentale arriverà a luglio 2020, quando il tetto all'uso del contante scenderà da 3mila a 2mila euro, per arrivare a mille da gennaio 2022. Inizieranno quindi anche le sanzioni (30 euro più il 4% del valore della transizione) ai commercianti che non accettano pagamenti con moneta elettronica.
Le coperture
Tra le modifiche, riportate dal Sole 24 Ore, al testo entrato in vigore il 27 ottobre, spicca il taglio di 30 milioni al Fondo di garanzia per le Pmi: per le imprese, infatti, è previsto un finanziamento di 670 milioni, contro i 700 milioni indicati nella bozza del decreto. Salta, inoltre, la possibilità per le imprese che operano per la difesa ad accedere ai fondi assegnati allo sviluppo.
Dei quasi 3,1 miliardi previsti per la manovra, 2 miliardi verranno usati per garantire le risorse necessarie nel 2019. Il miliardo rimanente è contenuto nel saldo da finanziare. Per coprire la manovra, il governo ricorrerà a dei micro-tagli, che verranno effettuati quest'anno: dall'uso di 130 milioni di sanzioni Antitrust, ai 20 milioni di riduzione di spese di funzionamento dell'Agenzia per la sicurezza delle ferrovie e delle infrastrutture stradali, fino ai 30 milioni del contributo destinato all'Onu.
L'entrata in vigore delle misure
Dal decreto emerge che una parte delle misure adottate dal governo entrerà in vigore più tardi.
Sono circa 30 i provvedimenti attuativi che devono essere stilati, per rendere operative le misure del decreto. Così, una parte consistente del decreto entrerà in vigore nel 2020, come la stretta su appalti e subappalti- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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