Mattone Usa ancora in saldo. Fino a 500 banche nel mirino

Anche a Baltimora uffici venduti a prezzi stracciati. E la stretta ai tassi della Fed penalizza gli istituti più esposti

Mattone Usa ancora in saldo. Fino a 500 banche nel mirino
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Saldi di fine stagione a Baltimora. È lì che la narrazione bideniana di un'America sana e forte economicamente, capace di reggere l'onda d'urto dei restringimenti monetari della Fed, sta subendo un altro duro colpo. La crisi del settore immobiliare commerciale ha allungato i tentacoli fino a raggiungere anche quella che un tempo era una florida città del Maryland, imponendo lo stesso copione già visto a San Francisco, Atlanta, Los Angeles, Houston, Seattle, Chicago e New York: la vendita di immobili a prezzi stracciati. Così, una torre a uso uffici di 30 piani in One South Street, nel centro di Baltimora, è passata di mano per 24 milioni di dollari, oltre il 63,6% in meno rispetto alla quotazione del 2015, mentre One East Pratt St. ha dovuto concedere uno sconto di quasi il 70% per liberarsi del secondo più importante grattacielo cittadino. Insomma, si scappa.

I repubblicani puntano il dito contro l'amministrazione democratica, accusandola di aver governato Baltimora per mezzo secolo senza riuscire a impedire un'incontrollata proliferazione della criminalità. Se le ondate di violenze metropolitane sono state all'origine del processo di desertificazione urbano, fenomeno poi accentuato dalla sdoganamento dello smart-working causa pandemia, il colpo fatale è stato inferto nei 16 mesi in cui la banca centrale Usa guidata da Jerome Powell ha fatto compiere alla politica monetaria una virata di 160 gradi. Rendendo talvolta impossibile il rifinanziamento degli edifici esistenti. Soprattutto laddove la crisi delle banche regionali ha imposto condizioni di credito sempre più stringenti. Negli ultimi mesi si sono moltiplicati i casi di default causa insostenibile pesantezza del mutuo. Appena una manciata di giorni fa, lo Starwood Capital Group del miliardario Barry Sternlicht è andato in default su un prestito da 212 milioni in carico alla Tower Place 100 di Atlanta. Nel giugno scorso, l'inadempienza su un mutuo da 725 milioni era invece costata a Park Hotels&Resorts la consegna delle chiavi dell'Hilton e del Parc 55 di San Francisco, la medesima sorte toccata per lo stesso motivo allo storico Huntington Hotel, venduto all'inizio dell'anno. E sempre a Frisco, Wells Fargo si è dovuta sbarazzare di una torre di 13 piani accettando un'offerta di 45 milioni, il 60% in meno di quanto sborsato nel 2005.

I fenomeni più recenti rischiano però di essere solo la punta dell'iceberg. Morgan Stanley ha infatti calcolato che nel 2024 vanno a scadenza 500 miliardi di prestiti legati al commercial real estate, cifra che schizza a 2.500 miliardi da qui ai prossimi cinque anni.

Senza correzioni di rotta da parte di Eccles Building, senza una rete di protezione efficace, le banche con le spalle meno robuste e più esposte verso il mattone potrebbero essere spazzate via. Non a caso, Sternlicht non esclude «il fallimento di 400-500 istituti». L'America ha il suo elefante nella cristalleria: qualcuno lo fermi prima che mandi tutto in frantumi.

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