È possibile attivare il Meccanismo di stabilità europea (Mes) in formato “light”, cioè senza condizionalità e senza il rischio di far scattare l'intervento della Troika? La discussione è in corso proprio in questi giorni a Bruxelles.
Ci sono diversi Paesi, fra cui l'Italia, che spingono per utilizzare il Fondo salva-Stati come un ulteriore strumento a sostegno delle economie dei membri Ue, vessati dalla piaga del nuovo coronavirus. Si tratterebbe, in altre parole, di liberare la potenza di fuoco dei 410 miliardi del Mes. Il problema è che non c'è un accordo sul come effettuare questa mossa. Il fronte dei rigoristi, guidato da Germania e Olanda, non ha alcuna intenzione di garantire l'accesso al Mes senza condizionalità.
Insomma, sono giorni febbrili negli uffici di Bruxelles. Giorni in cui molto probabilmente si decideranno le sorti dell'Unione europea. In tutto questo, in Italia, si è creata una polemica interna proprio sul Mes. Uno degli ultimi scontri dialettici ha chiamato in causa Luigi Marattin che, nel corso di un dibattito sul canale Youtube Libertàdipensiero, ha preso più di un granchio proprio in merito al Fondo salva-Stati.
Il vicecapogruppo alla Camera di Italia Viva, sottolinea il quotidiano La Verità, ritiene che le “rigorose condizionalità” del Mes non sarebbero altro che una “bufala”. “Quando si cita il comma 3 dell' articolo 136, quando andate a vedere ha solo due commi”, spiega Marattin. A quel punto gli viene fatto notare che il Trattato sul funzionamento dell' Unione europea, a cui il politico fa riferimento, ha in realtà tre commi.
Marattin e le condizionalità del Mes
Ed è proprio il terzo comma dimenticato da Marattin ad assumere un'importanza rilevante, visto che cita espressamente le condizionalità negata dall'esponente di Iv. “Gli Stati membri la cui moneta è l'euro – si legge - possono istituire un meccanismo di stabilità da attivare ove indispensabile per salvaguardare la stabilità della zona euro nel suo insieme. La concessione di qualsiasi assistenza finanziaria necessaria nell'ambito del meccanismo sarà soggetta a una rigorosa condizionalità”.
Da dove nasce l'errore di Marattin? È probabile che il deputato renziano si sia confuso prendendo come riferimento la vecchia versione del Trattato sul funzionamento dell'Ue, quella precedente al 25 marzo 2011. Dopo questo anno spartiacque, infatti, fu modificato il trattato al fine di creare il Mes. Leggendo il preambolo del testo del regolamento 407/2010, punto 7, si scopre che “in caso di attivazione del meccanismo occorre imporre condizioni forti di politica economica al fine di preservare la sostenibilità delle finanze pubbliche dello Stato membro beneficiario e di ripristinarne la capacità di finanziarsi sui mercati finanziari”.
È dunque evidente: il Mes nasce con le condizionalità. Marattin, alle strette, cerca di rimediare alla mezza gaffe: “Voi parlate della riforma del Mes, o del Mes vero, quello attualmente in vigore?”. Il deputato riparte subito alla carica, aggravando ulteriormente la sua posizione: “Ma la bufala dove sta? Sta nel fatto che quando tu accedi a quel programma, la rigorosa condizionalità non è scritta nel trattato, posso chiamare "rigoroso" qualsiasi cosa, chiaro? La gente è convinta che nel Trattato siano scritte le "rigorose condizionalità" che sono quelle che fanno male all' economia, tra cui il rientro del deficit. Questa è una bufala, non è vero! Il trattato originario del Mes non ha mai parlato di queste cose”.
L'unico modo per eliminare la condizionalità del Me è modificare i trattati, prospettiva possibile
solo a fronte dell'ok di una maggioranza qualificata del Consiglio europeo (15 Stati membri) o del 65% della popolazione. Le certezze sono due: il tempo non è sufficiente e ogni forma “light” rischia di essere pura utopia.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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