Marginalità positiva, conseguimento di un utile, ricavi e pubblicità in sostanziale tenuta nonostante un contesto aggravato dal conflitto ucraino e dall'inflazione. MfE-Media for Europe nei primi nove mesi del 2022 ha conseguito risultati migliori dei competitor e in linea con le attese degli analisti grazie alla capacità di contenimento dei costi già testata con successo durante la pandemia.
Nel periodo il gruppo guidato dal vicepresidente e ad Pier Silvio Berlusconi (in foto) ha registrato ricavi netti consolidati per 1,9 miliardi di euro rispetto agli 1,992 miliardi dello stesso periodo del 2021. L'utile consolidato si è attestato a 78,5 milioni rispetto ai 273 milioni dei primi nove mesi dell'anno precedente. L'Ebit si è attestato a 97,6 milioni e la generazione di cassa a quota 359 milioni. In Italia i costi operativi sono stati pari a 1,325 miliardi (1,802 miliardi il totale del gruppo) contro gli 1,253 miliardi (1,717 miliardi) dello stesso periodo 2021, «dato influenzato dall'acquisizione di importanti diritti sportivi (Coppa Italia e Supercoppa, diritti streaming della Champions League) e dall'impatto dei rincari dei costi dell'energia e dall'inflazione», spiega il comunicato sui conti. MfE ha confermato «l'obiettivo di conseguire per l'esercizio 2022 risultati economici e una generazione di cassa positivi».
I ricavi pubblicitari lordi hanno toccato quota 1,309 miliardi nei nove mesi, con una contrazione (-2,5%) «inferiore al -8,6% registrato nel periodo dal mercato televisivo secondo i dati Nielsen», spiega la società. In Spagna si sono attestati a 538 milioni rispetto (574 milioni). Nell'ultima parte dell'anno la dinamica dei ricavi pubblicitari, prosegue il comunicato, «sarà caratterizzata da un andamento a due velocità» poiché «fino a metà novembre l'andamento della raccolta ha dimostrato una buona resilienza con un andamento migliore rispetto ai primi nove mesi 2022, mentre per la seconda metà di novembre si segnala un andamento condizionato dalla presenza dei Mondiali di calcio in Qatar trasmessi in esclusiva da Rai».
Ieri Kek, l'Agcom tedesca, ha confermato che MfE «non esercita il controllo su Prosiebensat, di cui detiene il 22,72% oltre a strumenti finanziari per salire fino al 29,01%».
A questo proposito il Cfo di MfE, Marco Giordani, in conference call ha specificato che «per ora non abbiamo una chiara visione di quale strategia adotterà il nuovo Ceo Bert Habets, ma Prosieben non sta davvero rispondendo alle grandi sfide del settore», ma «siamo un investitore di lungo periodo» e «crediamo nell'industry, nella Germania, nell'Europa».
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