Le associazioni dei commercialisti lanciano un allarme che riguarda tutti i contribuenti italiani. Come al solito, a Roma è stato fatto l'ennesimo pasticcio che rischiamo di pagare a caro prezzo. Tra gli effetti del decreto fiscale collegato alla manovra 2017, come rivela in esclusiva ItaliaOggi, c'è anche l'entrata in vigore di maxi sanzioni per piccolissimi errori. Tanto che potrà accadere che, nelle nuove comunicazioni trimestrali Iva, per un errore da un euro soltanto il contribuente sarà bastonato con una sanzione minima di 5mila euro.
La nuova batosta fiscale è entrata in vigore il 24 ottobre scorso. Come spiega molto bene ItaliaOggi, il decreto fiscale collegato alla manovra 2017 introduce otto nuovi obblighi a carico di professionisti e imprese con decorrenza dal primo gennaio 2017. E tra questo ce n'è uno che riguarda le nuove comunicazioni trimestrali Iva. Ieri il coordinamento delle associazioni sindacali dei commercialisti (Adc-Aidc-Anc-Andoc-Unagraco-Ungdcec-Unico) ha denunciato l'inasprimento sanzionatorio relativo alle nuove comunicazioni trimestrali dei dati Iva. Una misura che, come fa appunto notare Andrea Bongi su ItaliaOggi, appare "in netto contrasto con altre disposizioni dello stesso collegato fiscale in cui, nello spirito di ridurre l’eccessivo peso di sanzioni e interessi di mora, si giustifica l’introduzione della rottamazione delle cartelle esattoriali".
Il decreto fiscale collegato alla manovra 2017 rivede pesantemente le sanzioni per colpire quelle comunicazioni che agli occhi del Fisco appaiono omesse, incomplete o infedeli. Sulla base della nuova griglia il contribuente sarà punito con una sanzione amministrativa che va da 5mila a 50mila euro. Non solo. Qualora l'errore dovesse essere ripetuto su più fatture, la sanzione può lievitare fino a 25mila euro. Per i professionisti, però, l'entità delle sanzioni sono "eccessivamente sproporzionate" 608px;"> anche perché si tratta di "una dichiarazione periodica infrannuale i cui dati - spiega ancora Bongi - sono destinati ad essere poi riassorbiti e nuovamente indicati all'Erario tramite la dichiarazione annuale".
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