Erano mesi che Piazza Affari non vedeva un inizio di settimana tanto disastroso. Una pioggia di vendite ha subito penalizzato i titoli bancari in scia al balzo dello spread tra i Btp decennali e i Bund tedeschi che, nel giro di una manciata di minuti, è letteralmente schizzato oltre la soglia dei 350 punti base. L’indice principale Ftse Mib, su cui il peso delle banche è preponderante, è crollato del 2,2% dopo esser arrivato a cedere, in apertura di contrattazioni più del 3,6%.
Rimandando alla cerimonia per i saluti con le alte cariche dello Stato le valutazioni sulla crisi di governo che si è aperta sabato sera, il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha voluto aspettare a vedere cosa si sarebbero messi i mercati. Non c'era certo bisogno della palla di cristallo per predire che anche la finanza, che un anno fa aveva dato il suo contributo all'ascesa di Mario Monti a Palazzo Chigi, sarebbe entrata a gamba tesa nella campagna elettorale. Più che una sfiducia al sistema Italia, sembra più un assist al Professore che, dopo aver portato la crescita a zero e innalzato le tasse a livelli record, è in picchiata nei sondaggi e non riesce a fare un bis a Palazzo Chigi. "In Europa abbiamo bisogno di un’Italia forte e stabile", ha affermato il presidente della Commissione europea Josè Manuel Barroso lodando apertamente Monti per aver dato "un grande contributo al dialogo europeo".
È stato il settore bancario a pagare il prezzo più caro della seduta nera della Borsa, che comunque ha concluso al di sotto delle perdite massime di giornata. Mediolanum ha chiuso con un calo del 5,9%, Mps del 5,8% mentre Unicredit e Intesa hanno ceduto il 5,15%. Debole nel settore finanziario Generali, che ha segnato un ribasso finale del 3% dopo aver registrato anche un breve passaggio anche in asta di volatilità. Già venerdì scorso, quando il Pdl aveva di fatto "sfiduciato" il governo astenendosi dalla votazione di due decreti, Piazza Affari aveva reagito male e il differenziale sui titoli di Stato era tornato sopra la soglia dei 300 punti. Ogggi l'asticella è stata alzata sopra i 350, arrivando a toccare i 360. E in molti temono che lo spread possa raggiungere cifre psicologicamente negative come già era stato nei mesi scorsi. È la spallata della finanza. Da una parte fa schizzare all'insù lo spread, dall'altra attacca i bancari facendo così precipitare i listini. Tanto da far scattare varie sospensioni delle contrattazioni per eccesso di ribassi, e anche su altre blue chip, mentre gli sviluppi italiani hanno finito per trainare al ribasso tutte le maggiori Borse europee, sebbene con flessioni più moderate.
Una tensione che si riverbera anche sugli altri Paesi membri dell'Eurozona. "Quando sorgono dubbi sulla stabilità di un paese vicino come l’Italia - ha spiegato il ministro dell’Economia Luis de Guindos - a sua volta percepito come vulnerabile, ci contagiano subito".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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