
La scalata a Mediobanca entra nel vivo. Ieri l'amministratore delegato di Mps, Luigi Lovaglio (in foto), durante la presentazione dei conti agli analisti si è dimostrato ancor più determinato affermando che Mps può iniziare a comprare azioni di Piazzetta Cuccia anche prima dell'autorizzazione dell'Offerta pubblica di scambio da parte delle authority: «Non abbiamo limiti per quanto riguarda l'acquisto delle azioni, non è necessario un collegamento con l'autorizzazione della Bce», ha detto Lovaglio rispondendo a un analista che gli chiedeva se Mps avesse vincoli di sorta nell'acquisto di azioni. Rocca Salimbeni, quindi, ha mani libere per comprare fino al 5% di azioni di Piazzetta Cuccia e blindare così un posizione strategica all'assemblea dei soci, arma che per l'occasione potrebbe decidere di utilizzare.
A dare manforte all'istituto presieduto da Nicola Maione sono arrivati anche conti positivi, con un utile netto di 1,95 miliardi che - al netto di quasi mezzo miliardo di riserve svincolate l'anno scorso dopo le sentenze favorevoli - è superiore del 16,9% rispetto al 2023. Musica per le orecchie degli azionisti, ai quali è stata proposta una cedola più che triplicata: passata da 0,25 euro per azione a 0,86 euro per un monte dividendi di oltre un miliardo e un payout del 75% sull'utile.
Il focus della conferenza è stato giocoforza sull'operazione Mps-Mediobanca, di certo la più sorprendente tra quelle in corso. Dal «primo giorno dell'integrazione», ha spiegato ancora Lovaglio, «saremmo in grado di continuare a generare ricavi» con una «espansione della dimensione del business, così da poter raggiungere più clienti e di dare una migliore copertura per quelli già esistenti». Quanto alle sinergie stimate, ha proseguito l'ad di Mps, «sono previste in 700 milioni di euro, il livello minimo dal quale iniziare a lavorare» e raggiungibile «facilmente». E poi: sarà una «integrazione senza scosse, è un plug-in». Questo progetto, ha aggiunto, «darà vita a un nuovo campione nazionale». Nel campo della gestione patrimoniale, Mps può apportare la rete di consulenti finanziari di Widiba (che contava 567 professionisti a dicembre 2024) e farebbe massa critica con quella di Mediobanca Premier (l'ex CheBanca!, che ne ha 1.152). «Riusciremo a ottimizzare l'efficienza nella produzione e distribuzione di prodotti finanziari», ha rimarcato Lovaglio. Entrambi gli istituti riceverebbero un buon quid di diversificazione, con Mps che avrebbe una spinta sulle commissioni e Mediobanca che ridurrebbe la sua dipendenza da Generali che pesa per ben il 40% sul suo utile.
Quanto alle voci specifiche del bilancio di Mps, il margine di interesse ha dato ancora un contributo positivo nell'anno ed è cresciuto a 2.356 milioni (+2,8%) mentre nel quarto trimestre è calato dell'1,3%, più che compensato dalle commissioni (per un utile trimestrale di quasi 385 milioni). Proprio le commissioni sono cresciute nettamente a livello annuo (+10.
8% a 1,46 miliardi), aspetto quest'ultimo che fa ben sperare sulla tenuta della profittabilità della banca in vista degli attesi tagli ai tassi d'interesse della Banca centrale europea. Si tratta di numeri complessivamente migliori rispetto a quelli prospettati alla vigilia da Equita e Intermonte, analisti considerati più vicini alle posizioni di Piazzetta Cuccia.
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