Nel mattone di Stato c'è un "tesoretto" da 50 miliardi

La Fabi: "Patrimonio in parte abbandonato, fondi ad hoc per valorizzarlo e ridurre le tasse"

Nel mattone di Stato c'è un "tesoretto" da 50 miliardi

Un patrimonio di 300 miliardi che se, messo a reddito, costituisce un tesoretto per lo Stato di 50 miliardi di euro. È il mattone pubblico, in buona parte abbandonato o scarsamente utilizzato, che - secondo un'analisi della Fabi - può rendere come due manovre finanziarie. «Con tutto quel denaro, il governo potrebbe tagliare il debito pubblico che ha raggiunto i 2.750 miliardi di euro, oppure, ed è l'ipotesi preferibile, avere risorse in più per abbassare le tasse sui lavoratori e i pensionati, spiega il leader della Federazione autonoma dei bancari, Lando Maria Sileoni.

La proposta della Fabi che condivide un'idea lanciata dall'ad di Intesa Sanpaolo, Carlo Messina, è di costituire, grazie alle banche, fondi immobiliari ad hoc con l'obiettivo di attrarre ingenti risorse private, per poter acquistare, poi dalle amministrazioni pubbliche una parte consistente del patrimonio edilizio. La somma che si ricaverebbe dalla vendita degli immobili pubblici consentirebbe di raddoppiare, per un periodo di cinque anni, la dote finanziaria, pari a 10 miliardi annui, che il governo si appresta a stanziare, nell'ambito della riforma fiscale, per poter ridurre il carico tributario sui redditi fino a 35mila euro. Sui conti correnti delle famiglie italiane giacciono, senza alcun rendimento, 1.640 miliardi e una percentuale di questi risparmi potrebbe confluire in questi speciali fondi real estate. Nella sostanza, evidenzia l'analisi della Fabi, si raggiungerebbe un duplice obiettivo: valorizzare il mattone di Stato con vantaggi per le finanze pubbliche e, allo stesso tempo, impiegare i risparmi delle famiglie, oggi infruttiferi, verso un piano di riforma che assicura benefici alla collettività e al Paese.

Nel portafoglio immobiliare della Pa risultano 779mila proprietà e quasi la metà è riconducibile ai comuni. In cinque regioni (Lombardia, Lazio, Emilia-Romagna, Veneto e Toscana), è localizzato il 52% del patrimonio edilizio pubblico. Gli importi più importanti - in termini di valore - appartengono alla Lombardia (48 miliardi), seguita dal Lazio (circa 35 miliardi).

«Il punto fondamentale è assicurare potere d'acquisto alle famiglie» e «con il fondo per il mattone di Stato, privatizzando e valorizzando gli immobili pubblici, si raddoppierebbe - ribadisce Sileoni - la capacità di intervento fiscale sui redditi per cinque anni consecutivi».

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