Per le nuove nate spese alle stelle e lavori al rallenty

Il calo del traffico dovuto alla crisi ha creato gravi difficoltà. Sempre meno i privati disposti a finanziare le infrastrutture

Per le nuove nate spese alle stelle e lavori al rallenty

Le autostrade «mature» restano floride nonostante la crisi, quelle di nuova realizzazione sono in difficoltà a volte anche notevoli. Colpa di un mix di fattori negativi: l'esplosione dei costi di costruzione, innanzitutto. L'Autostrada del Sole è stata realizzata in un attimo, almeno guardando agli standard attuali: 8 anni dalla posa della prima pietra al completamento fino a Napoli. Oggi ci vogliono decenni anche per tratti brevi: l'iter di assegnazione dei lavori per la Pedemontana lombarda (andrà dalla Milano-Bergamo all'Autostrada dei Laghi, passando a nord di Milano) è iniziato nel 1989. Per ora sono state inaugurate poche decine di chilometri e i conti sono stati rifatti venti volte. A pesare in maniera determinante sui bilanci è poi la diminuzione del traffico, frutto del rallentamento economico degli ultimi anni e della delocalizzazione industriale.

Anche la formula ormai abituale per realizzare le grandi opere, il cosiddetto project financing, sembra arrancare. La finanza di progetto, come si chiama in italiano, prevede che i soldi arrivino da finanziatori privati che nel corso degli anni, e grazie agli incassi dei pedaggi, recuperano il capitale e ottengono un profitto. Il problema è che è sempre più difficile convincere enti che non siano pubblici, si parla di solito di grandi gruppi bancari, a intervenire. Significativo il caso della Brebemi (prende il nome dalle province attraversate: Brescia, Bergamo e Milano): a finanziare in larga misura l'opera è stata la Cassa depositi e prestiti (per 820 milioni) controllata dal ministero dell'Economia e la Banca europea per gli investimenti (700 milioni) che opera però con la garanzia della Sace, gruppo che, sia pure indirettamente, fa capo anch'esso al ministero dell'Economia. Sono stati loro a dare una mano agli azionisti dell'autostrada: enti locali, società del settore costruzioni, il gruppo Gavio, e un istituto di credito come Intesa Sanpaolo. Inaugurata nel luglio scorso la Brebemi ha fino ad ora dovuto fare i conti con un traffico inferiore alle aspettative (in aumento, però, dopo l'apertura, poche settimane fa, della tangenziale esterna milanese). Governo e Regione sono corsi ai ripari: da Roma arriveranno (la norma era nell'ultima legge di stabilità) 20 milioni all'anno per 15 anni, la Regione Lombardia ha invece stanziato 60 milioni distribuiti in tre anni. In tutto 360 milioni. Problemi di funding ha anche la già citata Pedemontana: per completare l'opera (le previsioni parlano del 2018-2020) servono ancora 1,8 miliardi. Nella compagine azionaria, oltre a Regione Lombardia ed altri enti locali, c'è anche l'onnipresente gruppo Gavio, che deve gestire un'altra gatta da pelare: la Asti-Cuneo.

Costruzione e concessione dell'autostrada erano state assegnate ai Gavio quasi dieci anni fa. All'epoca i lavori a carico dei privati erano stati quantificati, secondo Il Sole 24 ore Edilizia e Territorio, in 990 milioni.

Oggi siamo a 2,5 miliardi. Colpa, secondo i Gavio, di varianti richieste nel tempo dalla pubblica amministrazione. Visto lo scarso traffico i conti ballano e il gruppo vuole una compensazione, altrimenti minaccia cause miliardarie.

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