Nuovo round di indiscrezioni sul controllo E Carige risale

Banca Carige torna di attualità grazie al nuovo round di speculazioni in vista delle prossime scadenze. E i titoli chiudono in rialzo dell'1,7% a 0,22 euro pari a 190 milioni circa di capitalizzazione.

A destare più di un punto interrogativo sono state le prese di posizione dei due maggiori azionisti dell'istituto genovese: Vittorio Malacalza (al 17,6% del capitale) e Gabriele Volpi che, tramite Compania Financiera Lonestar, detiene il 6% dell'istituto. Dopo le turbolenze dell'ultima estate e con l'approssimarsi del maxi aumento di capitale da 560 milioni necessario a riportare il patrimonio del gruppo sui livelli minimi richiesti da Bruxelles, Malacalza Investimenti ha blindato l'operazione, presentando una proposta d all'assemblea di Banca Carige del 28 settembre «a salvaguardia del diritto d'opzione di tutti gli azionisti» e quindi rimuovere la delega al cda di esaminare «la possibilità di limitare o escludere il diritto di opzione». Per Aldo Spinelli, azionista all'1,5% «con il risanamento in atto e la situazione più rosea, è chiaro che la banca potrebbe attirare investitori. La preoccupazione è che arrivi qualcuno, compri la maggioranza e faccia quello che vuole». Ma la banca rimane comunque scalabile.

Secondo alcuni osservatori, la richiesta di Malacalza potrebbe quindi manifestare la rottura della sintonia con l'ad Paolo Fiorentino, voluto peraltro dallo stesso investitore al vertice di Carige al posto di Guido Bastianini, sfiduciato dal cda a inizio giugno. Da Genova tutto tace, ma la strada da qui al cda del 13 settembre che dovrebbe approvare il piano industriale potrebbero non mancare ulteriori sorprese. Non sarebbe d'altro canto la prima volta.

Volpi intanto ha chiesto la

revoca di Bastianini dal cda per poter ricostruire la sua posizione in consiglio dopo le recenti dimissioni di alcuni sui rappresentati. L'addio definitivo di Bastianini sarebbe comunque una questione puramente economica.

CM

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