Oggi il via libera Consob ma Cairo su Rcs non ha fretta

L'ops potrebbe partire il 10 giugno. Intanto Silvio Berlusconi tifa per il patron di La7 e prende le distanze da Mediobanca

Arriva oggi l'ok della Consob all'offerta pubblica di scambio lanciata da Urbano Cairo su Rcs. La Commissione si è presa fino all'ultimo minuto e dovrebbe riunirsi stamane. Poi si conosceranno un po' di dettagli.

Di sicuro nel corposo documento ci saranno i piani dell'editore di La7 sul gruppo Rcs. Un piano industriale vero e proprio e di medio periodo che, secondo le attese e le previsioni di chi conosce bene Cairo, riserverà non poche sorprese, soprattutto sul fronte del «Totem» Corriere della Sera, il gioiello del gruppo. Non è nemmeno escluso che si punti a riacquistare la sede di via Solferino, ceduta dagli attuali azionisti lo scorso anno. Ma dal lato più strettamente industriale, si scommette su un progetto di sinergie con le attività di Cairo Communication, il gruppo che controlla La7 e diversi periodici e che nel progetto dell'imprenditore milanese controllerà Rcs al termine dell'offerta. Sinergie che saranno sia sul fronte televisivo, anche con le testate sportive del gruppo (a cominciare dalla Gazzetta), sia su quello cartaceo perché i periodici Rcs, nell'idea di Cairo, torneranno a essere core business.

Per quanto riguarda i tempi, gli advisor di Cairo, Intesa, Equita e Bonelli Erede, puntano a non lanciare subito l'offerta in Borsa, ma ad attendere qualche giorno (c'è un mese di tempo da oggi). L'Ops potrebbe dunque partire intorno al 10 giugno e durare quattro settimane. L'obiettivo è duplice: da un lato essere ancora in Borsa quando partirà l'offerta concorrente di Bonomi, Mediobanca, Unipol, Pirelli e Della Valle, che ha iniziato il suo iter circa 15 giorni dopo; l'altro è avere tempo necessario per attutire gli eventuali scossoni azionari del referendum sulla Brexit, in calendario il 23 giugno.

Sul fronte Bonomi-Mediobanca si attende il prospetto Cairo. Ma si registra un elemento nuovo: dopo che Silvio Berlusconi, in tv a Virus, ha dichiarato di preferire l'operazione di Cairo, ci si interroga se, così schierandosi, l'ex premier non abbia voluto mandare anche un messaggio a Mediobanca. Che è offerente e advisor dell'Opa concorrente.

Il gruppo Fininvest è infatti importante azionista in Piazzetta Cuccia, avendo l'1% del capitale, ma essendo anche socio nel controllo di Mediolanum, che a sua volta detiene il 3,35% di Mediobanca.

In altri termini, la posizione di Berlusconi può anche segnalare un certo distacco da un'operazione che, da tanti lati, è vista come il ritorno dei vecchi patti di sindacato, avendo per protagonisti sempre gli stessi vecchi azionisti.

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