Lo spread fra i titoli di Stato britannici decennali e i Bund tedeschi è schizzato a 227 punti, con i gilt decennali che rendono il 4,86% (ai massimi da 17 anni). Per intenderci, oltre un punto di più dei Btp decennali italiani che, almeno all'epoca ormai lontana della crisi del debito sovrano, erano sotto i riflettori dei mercati. Dal 2011 sembra passato un secolo e oggi il mondo sembra rovesciato con la Gran Bretagna a essere bersagliata sui mercati finanziari: la settimana per il neo governo laburista di Keir Starmer (in foto) è iniziata sotto i peggiori auspici con la caduta della sterlina e l'allarme del debito, ma soprattutto con il rischio che la persistente incertezza possa a un certo punto scatenare il panico nei mercati. Il termometro della situazione problematica, derivante dal mix del livello di indebitamento, dell'inflazione ancora sopra il target della Bank of England e del Pil a crescita zero, continua a essere la divisa britannica, scesa ieri fino a 1,21 sul dollaro, il minimo dal 10 marzo del 2023, mentre i trader scommettono su un nuovo calo sotto la quota di 1,20.
Come ha spiegato a Bloomberg la responsabile globale della distribuzione valutaria del colosso bancario Barclays, Mimi Rushton, c'è stato un «aumento del 300% delle richieste di negoziazione perché gli hedge fund scommettono su un'ulteriore flessione». Ma la grande preoccupazione riguarda i costi di finanziamento del debito: il rendimento dei gilt a dieci anni ha raggiunto il 4,86 percento. Una situazione che sembra una replica di quanto avvenuto nel 2022 a Liz Truss (che aveva promesso tagli alle tasse in deficit).
Non sembra funzionare nemmeno la ricetta opposta di Starmer, fatta di aumenti fiscali record per un totale di 40 miliardi di sterline (quasi 50 miliardi di euro), ma c'è chi teme si possa verificare lo stesso risultato finale.
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