Ora scoppia la guerra del catasto

Il centrodestra si oppone in modo compatto alla riforma voluta dal governo Draghi, che viene supportata invece da M5S, Pd e Leu

Ora scoppia la guerra del catasto

Il nodo del catasto, tanto contestato da più fazioni politiche, sta di fatto bloccando i lavori sulla riforma fiscale a cui ambisce il governo Draghi. Senza un accordo politico di larghe intese sulla questione, infatti, tutto rischia di fermarsi ancor prima dell'esame in commissione Finanze alla Camera.

Il premier è reduce dallo stop all'abbassamento del tetto ai contanti voluto fortemente voluto dal centrodestra e ora prova la linea della prudenza su un tema delicatissimo come quello del catasto su cui convergono le posizioni anti-stangata di Fi, Lega e Fdi. Draghi però, secondo quanto riporta Adnkronos è assolutamente intenzionato ad andare fino in fondo per quanto riguarda l'aggiornamento degli estimi immobiliari, contrapponendosi di fatto alle posizioni del centrodestra, che vede nella specifica manovra l'anteprima di una tanto temuta patrimoniale. Ecco perché, prima di entrare nel merito dei circa 450 emendamenti alla manovra, il presidente del Consiglio spera di raggiungere un accordo con gli oppositori per portare avanti il suo piano. Senza tale intesa potrebbe quindi saltare l'appuntamento per l'approdo della delega in Aula il 28, data indicata dai capigruppo come limite adatto per rispettare i tempi di presentazione dei decreti attuativi mirati a riformare il sistema tributario italiano.

Le divergenze

All'orizzonte, tuttavia, non si scorge il sereno. Il centrodestra, infatti, si oppone fermamente all'idea di rinnovo avanzata dal governo. Il centrosinistra (Pd, Leu e Movimento CinqueStelle) sostiene invece in modo compatto la riforma del catasto voluta da Draghi, con la quale l'ex presidente della Bce intende procedere a un aggiornamento degli estimi e delle tassazioni degli immobili. Si tratterebbe di una nuova ricognizione delle rendite immobiliari, che, nelle intenzioni dell'esecutivo, verrebbero adeguate ai prezzi di mercato. Sarebbero altresì inseriti dei meccanismi di adeguamento periodico del valore, da affiancare a quelli attuali.

Un lavoro che si estenderebbe almeno per i prossimi 5 anni, lasciando l'incombenza, eventualmente, di attingere a nuove tasse dal mattone ai prossimi governi. Nel complesso della manovra fiscale, tuttavia, pur essendoci una certa convergenza sulla semplificazione dell'Irpef a 4 scaglioni, sul graduale superamento dell'Irap, e sugli interventi relativi all'Iva, resta proprio il nodo della riforma del catasto. Un processo di rinnovamento a cui avevano ambito altri governi in passato, ma sempre archiviato per il timore di risultare impopolari.

"Chiediamo lo stralcio della riforma del catasto", dichiara senza tanti giri di parole su Twitter il vicepresidente della commissione Finanze

della Lega Alberto Gusmeroli, "perché passare al valore di mercato significa più tasse sulla casa, più alto Isee meno assistenza sociale. Le case non accatastate si possono già ora accatastare!".

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