Che l’euro "possa reggere anche senza Atene credo sia un fatto acquisito o quanto meno un’ipotesi molto ragionevole". A dichiararlo è stato il ministro dello Sviluppo economico, Corrado Passera.
A Uno Mattina su Rai1, parlando delle eventuali conseguenze di una Grecia fuori dall’euro, Passera ha spiegato che "la vicenda ellenica è stata gestita malissimo. Un problema relativamente piccolo è stato gestito con responsabilità sicuramente della Grecia, ma l’Europa non ha saputo prenderlo in mano nel modo giusto e l’Europa ancora adesso forse pretende cose impossibili, mentre dopo il grosso sacrificio che i greci hanno pagato e tutti insieme abbiamo pagato, dovrebbe esserci l’azione di aiutare tutti insieme la Grecia ad uscire da questa situazione".
Tuttavia, ha rassicurato Passera, "non credo sia in discussione la stabilità e la sostenibilità dell’euro. Certamente tutti i paesi che hanno un alto debito pur avendo un basso deficit come l’Italia hanno un impatto ma avanti tranquilli, barra dritta con quello che stiamo facendo".
Il ministro ha poi ammonito sul tema della crescita. "Siamo in grande ritardo, la mancanza di leadership a livello europeo in questi ultimi tempi nei confronti della crescita è stata molto grave. È inutile continuare a parlare di crescita e poi non far seguire i fatti. Bisogna accelerare i grandi progetti infrastrutturali, bisogna darsi degli strumenti di finanziamento comune. Questo, come previsto, sarà un anno molto difficile e i prossimi mesi sono necessariamente e prevedibilmente i più difficili, perché la recessione c’è da tempo, sono dieci anni che non cresciamo, ci sono le misure che hanno dovuto mettere a posto i conti pubblici e non c’è ancora l’effetto di quelle per lo sviluppo".
Tuttavia, l’Italia, secondo Passera, "ha tutti i numeri per passarci attraverso, perché ha fatto i sacrifici, perche ha messo rigore nel modo giusto e perché ha dentro di sé le energie per crescere anche in una situazione del genere. Molte nostre aziende stanno crescendo in giro per il mondo: l’Italia cresce come esportazioni più di ogni altro Paese europeo, a dimostrazione che la globalizzazione può essere un’opportunità e c’è una parte grande del Paese che è competitiva e capace di crescere".
Infine una stoccata alle agenzie di rating: "Sono
state lente e insufficienti nel lanciare l’allarme la volta scorsa e sono oggi eccessive, quasi favorenti la crisi con queste loro reazioni eccessive rispetto alla realtà, per cui sono criticabili in entrambi i casi".
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