La crescita dei prezzi è sotto lo zero. E dall'anno prossimo le pensioni non verranno rivalutate. Anzi, ci sarà addirittura qualcuno che vedrà il proprio assegno di qualche decina di euro. L’ultima volta che era successa una rapina del genere era il 1959.
Entro il 20 novembre il governo dovrà indicare il tasso provvisorio di perequazione per il 2016. Fino a settembre, come spiega il Messaggero, il segno è stato negativo. Quindi, anche ipotizzando una moderata crescita nell’ultimo troimestre del 2015 bisognerà fare i conti cono un -0,1%. Le pensioni dovrebbero, quindi, essere leggermente decurtate. Ma, dal momento che la legge del 1992 parla solo di "aumenti", si andrà verso una rivalutazione pari allo zero. Quindi, non ci saranno aumenti. Ma questo non varrà per tutti i pensionati. Perché la rata di gennaio risulterà più bassa di quella di dicembre dal momento che dovrà essere applicata la rivalutazione definitiva del 2015. "A inizio anno era stato riconosciuto un adeguamento al costo della vita pari allo 0,3%, totale per gli assegni più bassi e parziale in base a percentuali decrescenti per gli altri - spiega Luca Cifoni sul Messaggero - l'andamento effettivo dei prezzi è però risultato ancora più freddo del previsto e il tasso definitivo è stato fissato nello 0,2 per cento". Il risultato? Il decimale in più sarà trattenuto a partire dall'assegno di gennaio. Una pensione da circa mille euro, per esempio, dovrà restituirne 13.
A queste brutte notizie fanno eccezione soltanto gli assegni superiori alle tre volte il minimo. Per intenderci tutti quei pensionati che ricevono una pensione da 1.500 euro al mese.
Questi beneficeranno della sentenza della Corte costiituzionale che aveva corretto una stortura del decreto "Salva Italia". L'allora premier Mario Monti aveva, infatti, fatto cancellare la rivalutazione delle pensioni per gli anni 2012-2013. Quei pensionati riceveranno parte di questa rivalutazione nel 2016.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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