"Elevata incertezza". Cosa può succedere al Pil

Lo scenario di crescita si basa su un calo dei contagi e sull'allentamento delle restrizioni dalla prossima primavera

"Elevata incertezza". Cosa può succedere al Pil

Il Pil continua a rallentare anche nel mese di gennaio, con una riduzione del 2,0% congiunturale, seguendo così una tendenza già ampiamente emersa lo scorso dicembre. La crescita dovrebbe quindi attestarsi al 4,4%, un dato in forte calo rispetto ai mesi precedenti, come testimoniato dall'Ufficio studi di Confcommercio nel bollettino del primo mese del 2022. Di pari passo si registra una evidente recrudescenza dell'inflazione.

"Per il mese di gennaio stimiamo un incremento dei prezzi al consumo dell'1,5% su base mensile e del 4,7% su base annua", spiega Confcommercio, come riportato da AdnKronos. "La stima, che nella sua dimensione mensile riporta indietro il calendario di quasi quarant'anni, pur riflettendo in larga parte gli eccezionali aumenti autorizzati per la componente energetica regolamentata, risente anche degli incrementi dei prezzi di alcuni beni e servizi di largo consumo che sono da tempo soggetti a pressioni", si legge ancora nel bollettino congiuntura di gennaio.

"Le prospettive di crescita sono soggette a molteplici rischi, orientati prevalentemente al ribasso", sottolinea anche BankItalia. "Nel breve termine l'incertezza che circonda il quadro previsivo è connessa con le condizioni sanitarie e con le tensioni sul lato dell'offerta, che potrebbero rivelarsi più persistenti delle attese e mostrare un grado di trasmissione all'economia reale più accentuato".

Stando alle informazioni preliminari disponibili per il 2021, dovrebbe risultare un miglioramento dell'indebitamento netto delle Amministrazioni pubbliche rispetto all'anno precedente. Nel bollettino si fa riferimento a una diminuzione nel rapporto tra debito e prodotto, che si assesterebbe al 150% (era al 155% nel 2020 e al 135% nel 2019). BankItalia riferisce altresì che la manovra di bilancio approvata a dicembre per il triennio 2022/2024 accrescerebbe "il disavanzo in media dell'1,3% del Pil all'anno rispetto al quadro a legislazione vigente". Nei mesi caldi (terzo trimestre del 2021), con l'interruzione delle restrizioni imposte dal governo, si è registrata un'espansione dei consumi delle famiglie che ha portato a una crescita elevata, che è poi rallentata nuovamente nel quarto trimestre.

"Il pil, che alla fine della scorsa estate si collocava 1,3 punti percentuali al di sotto dei livelli pre-pandemici, li recupererebbe intorno alla metà di quest'anno", riferisce BankItalia. "L'espansione dell'attività proseguirebbe poi a ritmi robusti, seppure meno intensi rispetto a quelli osservati in seguito alle riaperture nella parte centrale del 2021". Secondo le proiezioni, quindi, il Pil aumenterebbe del 3,8 per cento nel 2022 (contro il +4% della precedente stima), del 2,5 nel 2023 e dell'1,7 nel 2024. Per quanto concerne il numero degli occupati, la crescita graduale auspicata dovrebbe ricondurre a livelli precedenti la crisi a fine 2022.

Ovviamente, come specifica BankItalia, si tratta di uno scenario che potrebbe venire a realizzarsi solo ipotizzando che"la recente risalita dei contagi abbia riflessi negativi nel breve termine sulla mobilità e sui comportamenti di consumo", senza che si debba procedere ad un "severo inasprimento delle misure restrittive". Il punto fermo, quindi, dovrebbe essere quello di un nuovo calo dei contagi e di un allentamento delle misure restrittive che contribuiscono a contrarre i consumi.

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