Mentre le banche rafforzano il canale digitale chiudendo gli sportelli, Poste Italiane punta, attraverso la controllata PostePay, sui pagamenti di prossimità e con l'acquisizione di Lis Holding passa dai 12.800 uffici postali attuali a quasi 67mila punti vendita complessivi, in grado di fare sempre più concorrenza proprio ai tradizionali istituti di credito (intorno a quota 23mila). Ieri il gruppo guidato dall'ad Matteo Del Fante ha annunciato l'acquisizione per 700 milioni di euro (di cui 70 milioni di cassa) della ex Lottomatica Italia Servizi (ora Lis) dalla International Game Technology del gruppo DeAgostini.
«Il prezzo corrisponde a 15,8 volte l'ebitda, multiplo coerente con l'implicita valutazione della divisione Pagamenti e Mobile», nota Intesa Sanpaolo, mentre Equita ritiene che l'operazione sia avvenuta a un multiplo leggermente inferiore a quanto pagato pochi mesi fa da Enel per Mooney, rivale di Lis che può contare su 228 milioni di ricavi e 40 milioni di margine operativo lordo.
La rete di Lis assicura la presenza capillare sul territorio attraverso i 54mila punti vendita convenzionati, bar e tabaccai, che operano con una piattaforma in grado di offrire servizi come il pagamento dei bollettini, carte prepagate, ricariche telefoniche, voucher e altre soluzioni per esercizi e imprese. «Questa acquisizione rappresenta una pietra miliare nel nostro percorso finalizzato a creare un ecosistema di servizi integrati a beneficio di tutti i nostri clienti», ha dichiarato Del Fante, ricordando come l'operazione si inserisca nella strategia omnicanale del gruppo. Il piano strategico al 2024, presentato un anno fa dall'ad, prevedeva per la divisione Pagamenti e Mobile il rafforzamento di questo modello «sfruttando gli asset della rete fisica del gruppo ed evolvendosi verso il mondo digitale» per arrivare a «incrementare ulteriormente le attività di cross-selling». Oltre ai servizi di connessione web, la società puntava per la metà del 2022 a «una nuova offerta di servizi energetici» in grado di conquistare 1,5 milioni di clienti grazie a «un approccio energy-fintech». Con Lis gli obiettivi potrebbero essere raggiunti più facilmente raggiungibili. «I 12.800 uffici postali rimarranno comunque centrali», ha poi sottolineato il manager parlando ieri con la tv di Poste per poi sottolineare: «Abbiamo mantenuto la presenza fisica anche nei piccoli comuni, aumentato il numero di atm Postamat e portato tanti altri servizi». D'altro canto, è proprio attraverso gli uffici postali che il gruppo vende polizze, servizi e strumenti finanziari, attività fondamentale nei bilanci del gruppo affiancata al business tradizionale della logistica.
Giudizio positivo dai broker. «Riteniamo che l'operazione sia positiva per Poste Italiane perché le permetterà di espandere la rete e focalizzare il proprio network sulla vendita di prodotti a maggiore valore aggiunto», sostiene Equita che stima che l'operazione sia accrescitiva dell'utile per azione del 2% e conferma sul titolo una raccomandazione di acquisto a 14 euro.
Sulla stessa linea Mediobanca secondo cui «l'annuncio consolida la crescita di PostePay rafforzando l'attuale offerta». L'operazione «aumenterà l'esposizione di Poste a un mercato in espansione come quello dei pagamenti», nota Akros. Ieri Poste ha sovraperformato il FtseMib chiudendo a -0,92 per cento.
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