Prezzi delle case in picchiata Calo senza freni dal 2010: -11,5%

Allarme Istat: nel 2014 la flessione è stata del 4,2% rispetto all'anno precedente E il Codacons denuncia: ribasso dovuto anche alla difficoltà di ottenere mutui

RomaL'antico pregiudizio recita che chi sta in affitto scialacqua i soldi. L'italiano avido possessore è allergico al provvisorio anche a costo di un mutuo quarantennale. Siamo in controtendenza col mondo e nessuno ci può sfrattare. Ma dopo essere passati dall'Imu (10 miliardi di spesa) alla diabolica trinità fiscale di Imu, Tari e Tasi (25 miliardi) in molti hanno già cambiato idea. La corsa all'acquisto è rallentata e chi voleva vendere ora pensa in inglese, al B&B, all' apartment . Gli albergatori dormono preoccupati.

Qualche dato. Secondo l'Istat lo scorso anno i valori delle case sono scesi del 4,2% rispetto al 2013. Nel 2013 il calo era stato del 5,7. Discesa dovuta sia ai prezzi delle abitazioni esistenti sia di quelle nuove (rispettivamente -5% e -2,2%). Persiste, dunque, una dinamica negativa, anche se in rallentamento rispetto ai trimestri precedenti. Ma il dato che colpisce è che rispetto al 2010 (da quando è iniziata la rilevazione) i prezzi delle case si sono ridotti dell'11,5 per cento. Mica bruscolini.

Un trend che non coglie di sorpresa gli operatori e chi sta semplicemente cercando casa. A fronte di un mercato in lenta risalita (+3,6% di compravendite nel residenziale nell'intero 2014 secondo gli ultimi dati delle Entrate) le stime degli addetti ai lavori prevedono quotazioni ancora in discesa, dato che l'offerta supera di gran lunga la domanda. Altri ribassi, di intensità sempre minore, sono infatti previsti almeno per tutto il 2015. Poi, secondo le elaborazioni di Nomisma, dovremmo assistere a una sorta di stallo nel 2016, con una piccola ripresa delle quotazioni solo nel 2017. Situazione che sarà comunque differenziata a livello territoriale, con le grandi città (Milano, Roma e Torino in testa) che dovrebbero invertire la tendenza prima del resto del Paese.

Ma, secondo il Codacons, sul ribasso centrano, eccome, anche i mutui impossibili da ottenere. E poi ci sono i costi di mantenimento, osservano Federconsumatori e Adusbef, che nonostante un calo del 2% nell'ultimo anno rendono la casa uno dei problemi principali delle famiglie. Le due associazioni dei consumatori stimano che quest'anno per mantenere un'abitazione di proprietà ci vorranno 1.151,20 euro al mese (25,19 in meno che nel 2014), mentre per una casa in affitto ne serviranno 1.693,45 (32,69 in meno che nel 2014). Diminuiscono infatti i tassi dei mutui e gli affitti e calano i costi energetici; riduzioni in parte compensate dai rincari del servizio idrico e dalla Tari.

«Il mercato - aggiunge il presidente di Confedilizia, Giorgio Spaziani Testa - è in crisi dal 2012, anno d'introduzione dell'Imu. Questa volta i numeri riguardano i prezzi, in calo da tre anni. Si tratta, peraltro, di dati sottostimati, non potendo essi evidenziare la perdita di valore che hanno subìto quegli immobili che a un atto di compravendita non riescono neppure ad arrivare, a causa del blocco che il mercato continua a soffrire. È necessario interrompere questo stillicidio di notizie negative per il comparto immobiliare e per l'intera economia.

Per farlo, l'unica strada è una inversione di tendenza sulla tassazione degli immobili, praticamente triplicata rispetto al 2011. Solo così si può sperare di restituire fiducia e soprattutto sviluppo a un settore ormai stremato».

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