Nonostante la caduta del prezzo del petrolio nell’ultimo anno, le compagnie aeree continuano ad applicare il fuel surcharge, ossia la sovrattassa per adeguamento carburante. E a pagare sono, come al solito, i passeggeri. Per difenderli il Codacons ha presentato un esposto a 104 procure di tutta Italia, all’Antitrust e all’Enac chiedendo di aprire una indagine in relazione al mancato adeguamento della tassa alle quotazioni in forte ribasso del petrolio.
Secondo i calcoli dell’International Air Transport Association (Iata), nel 2015 il guadagno extra per le compagnie legato al minor costo del carburante sarà pari a 4 miliardi di dollari rispetto al 2014. "Questi soldi - dichiara il Codacons - dovrebbero rientrare nelle tasche dei passeggeri aerei attraverso un abbattimento della fuel Surcharge, ma in realtà vengono intascati dai vettori attraverso il mantenimento della tassa di adeguamento carburante". Secondo l’associazione dei consumatori si tratta di "un balzello a carico dei viaggiatori" che pesa dai 25 euro a biglietto per le tratte brevi fino a 450 euro per i viaggi più lunghi.
"Una spesa che, almeno sulla carta, dovrebbe essere indicizzata alle quotazioni del petrolio - conclude il Codacons - ma che sembra essere utilizzata dai vettori aerei per adeguare i prezzi solo al rialzo, con un evidente danno per l’utenza".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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