Quell'invito malizioso del cda di Mediobanca

Una pubblicità dell'istituto a caccia di voti solleva dubbi sulla sua correttezza. Conflitto d'interessi?

Quell'invito malizioso del cda di Mediobanca
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Completato il deposito dei documenti richiesti per le tre liste di candidati alla nomina del nuovo consiglio di amministrazione di Mediobanca, non resta che fare alcune riflessioni sulle manovre attorno al più combattuto rinnovo del cda nella storia dell'istituto. Breve riepilogo: la lista numero 1 (detta anche lista dei manager) è presentata dall'attuale cda e ha come primo nome il contestato presidente Renato Pagliaro; la lista numero 2 con in testa Sandro Panizza è quella portata da Delfin (19,74% del capitale); infine, la numero 3 è presentata dai legali Ferrero e Tonelli per conto di un gruppo di investitori (Assogestioni) con in mano complessivamente il 2,12% e con prima candidata Angela Gamba, in odore di conflitto d'interessi - va sottolineato - per la sua attività di consulenza a Mediobanca stessa. L'appuntamento è per venerdì 28 ottobre in Piazzetta Cuccia, dove si svolgerà l'assemblea e le tre liste verranno votate.

Ebbene, a proposito di caccia al voto, oltre al grande attivismo della finanziaria Equita in favore della lista del cda con ricorso abbondante al prestito-titoli, da un paio di giorni su alcuni quotidiani è comparsa una pagina di pubblicità targata Mediobanca che invita tutti gli azionisti a partecipare all'assemblea direttamente o attraverso delega. Iniziativa lodevole in sé, visto che l'esercizio del voto è l'espressione più alta in una democrazia azionaria. Se non fosse che quella pagina somiglia molto a un malizioso invito ai soci a partecipare più numerosi possibile all'adunanza, meglio se per delega, onde alzare al massimo il quorum del confronto. Sebbene non sia indicato nella pubblicità - e ciò è grave - appare evidente che il committente è la lista del cda (o dei manager), visto che nella parte bassa della pagina (in caratteri relativamente piccoli) è indicato il nome del proxy Morrow Sodali, incaricato proprio dal cda di raccogliere le deleghe ed eventualmente orientare il voto. A quale scopo?

L'obiettivo implicito è ridurre il peso proporzionale delle partecipazioni qualificate contrarie alla lista del cda - in particolare il 19,7% di Delfin e il 9,9% di Francesco Caltagirone - che negli ultimi giorni sembra stiano crescendo oltre le previsioni, al punto da minare quella che sembrava una vittoria pressoché certa della lista dei manager. Di qui la costosa iniziativa sui giornali nel tentativo di «blindare» il risultato del voto.

Non resta che domandarsi se tutto ciò sia legittimo, o se invece non si tratti di pubblicità ingannevole o di conflitto d'interessi, visto che l'iniziativa è pagata con denari di tutti

i soci (anche di quelli contrari alla lista del cda) e che per definizione solo il cda dell'istituto può raggiungere con le sue sollecitazioni tutti i soci, essendo il solo a poter disporre agevolmente dei loro indirizzi.

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