Rcs, Cairo pronto a fermarsi al 35%

È la soglia minima di adesioni all'offerta che potrebbe accettare, così da poter salire ancora senza lanciare Opa

Marcello Zacché

Urbano Cairo chiarisce qual è la soglia minima dell'offerta lanciata sul 100% di Rcs: posto che l'obiettivo resta la maggioranza, l'editore di La7 si riserva di rinunciare alla condizione di efficacia in caso del raggiungimento di una soglia minima, richiesta dalla Consob, ed indicata nel 35% del capitale più un'azione. È questa la principale novità emersa dalle comunicazioni fornite ieri da Cairo Communication al mercato, richieste dalla Consob in vista dell'assemblea di domani chiamata a varare l'aumento di capitale al servizio dello scambio azionario proposto (0,12 titoli Cairo per un'azione Rcs).

La seconda ed importante novità riguarda il debito di Rcs con le banche, sceso a circa 400 milioni dopo la cessione di Rcs Libri. Nell'annuncio dell'offerta Cairo aveva posto, come altra condizione di efficacia, una moratoria dell'attuale situazione per i prossimi due anni. Ieri ha chiarito che se la società dovesse raggiungere con il pool di banche un accordo di rifinanziamento del debito, potrà rinunciare alla condizione di efficacia se tale accordo sarà compatibile con i suoi piani e con la continuità aziendale. Il tema era tra quelli più delicati fin dal primo momento, perché la condizione di efficacia dell'offerta aveva irritato il management di Rcs, preoccupato per la trattativa già in corso con le banche. E forse anche per il ruolo di Intesa: principale creditore del pool, azionista della società e advisor di Cairo, tutto nello stesso tempo.

Con queste informazioni l'editore milanese fornisce al mercato, in trasparenza, un paio di informazioni rilevanti. La prima è che si riserva di diventare comunque il primo socio di Rcs, ma con una quota, il 35%, che oltre a valere come diritto di veto dell'assemblea straordinaria, gli permetterebbe anche di proseguire la sua scalata senza lanciare altre offerte: essendo oltre la soglia del 25% dell'Opa obbligatoria, gli sarebbe permesso di incrementare del 5% l'anno la sua partecipazione e arrivare presto al 50%. La seconda è che la sua offerta non è incompatibile con la trattativa in corso con le banche sul debito e che la moratoria non è l'unico strumento in grado di garantire la ripresa del gruppo.

Le informazioni di ieri non sono quelle richieste dalla Consob venerdì scorso ad integrazione del prospetto. Per queste è in corso un confronto tra Commissione e Cairo, che si concluderà nei prossimi giorni. A quel punto riprenderà l'esame della Commissione, che ha ancora 8 giorni (sui 15 totali) per dare l'ok all'Ops. Atteso quindi per la terza o quarta settimana di maggio.

Solo allora inizierà la «caccia» ai soci da parte di Cairo.

Obiettivo quel 50% che, chiariscono le fonti vicine all'editore, resta fermo. Per raggiungerlo, posto che Cairo e Intesa partono da un 8,9%, e che i soci storici che non gradiscono l'Ops pesano per circa il 26%, dovrà trovare un 40% di capitale su un flottante di circa il 65 per cento.

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