I sindacati delle tlc ribadiscono al governo l'urgenza di scelte «che sappiano coniugare il superamento del digital divide senza condannare il Paese ad essere un preda di soggetti interessati non a rafforzare l'infrastruttura della rete ma ad acquisire porzioni di mercato con politiche di dumping tariffario». L'occasione è stato l'incontro al Mise con la sottosegretaria Anna Ascani sul tema della rete unica. Il tavolo verrà riconvocato non appena acquisiti i dati dello stato di avanzamento delle infrastrutture nelle aree grigie (cittadine di medie dimensioni) e nel 5G. «Dati che - dicono i sindacati - saranno propedeutici alla decisione del governo sul modello di sviluppo della rete». E non c'è dubbio che sulle aree grigie Tim sia ben messa per quanto riguarda la rete a banda ultralarga. Tanto che ieri, all'Ey Summit Infrastrutture, l'ad di Tim Luigi Gubitosi ha detto che l'obiettivo di garantire la banda minima (ossia 30Mb) a tutti i cittadini prima del 2026 è fattibile. Ed è proprio su questo che Tim gioca le sue carte per arrivare a una rete unica con Open Fiber. Un accordo che piace ai sindacati che ritengono questa l'unica possibilità per mantenere i posti di lavoro. E magari aggiungerne altri o riqualificare una parte dei lavoratori usando anche le risorse del Recovery fund: 6,5 miliardi da spendere nelle tlc. Insomma, «una occasione da non perdere» secondo le sigle sindacali. Inoltre, dato che Cdp controlla il 60% di Open Fiber e il 10% di Tim, la rete unica, dicono, «è un modello che può evitare di depauperare il patrimonio tecnologico e infrastrutturale dell'ex monopolista, consentendo allo Stato di riacquisire un ruolo importante in un settore strategico». Dalla sua Gubitosi, che punta on forza sulla rete unica, ha le difficoltà incontrate da Open Fiber sulle aree bianche, quelle a fallimento di mercato, dove il cablaggio è in ritardo. Quindi, mentre sulle aree nere, ossia le grandi città, la banda ultralarga e la fibra ormai non mancano nei piccoli centri il digital divide si fa purtroppo ancora sentire.
L'ad ha anche sottolineato che il passaggio del calcio alla fibra, con l'accordo tra Dazn e Tim, incentiva nuovi abbonati sulle reti a banda ultralarga. L'idea di Tim è di offrire pacchetti per il campionato e l'abbonamento alla fibra. Certo i concorrenti non stanno a guardare e già si profila all'orizzonte una indagine Antitrust.
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