La riforma del Catasto? Sarà una patrimoniale

Il governo promette: "Riforma a saldi invariati". Ma i proprietari rischiano di dover sborsare di più

La riforma del Catasto? Sarà una patrimoniale

Negli ultimi due anni le tasse sul mattone sono incrementate da circa 12 miliardi di euro a oltre 30 miliardi. Un'impennata da guastar il sonno ai contribuenti. Che adesso alle proprie preoccupazioni devono aggiungere la nebulosa riforma del Catasto sbandierata dal premier Matteo Renzi. Perché, sebbene il ministero dell'Economia abbia garantito che l'operazione sarà "a saldi invariati", le premesse non lasciano sperare nulla di buono. Anzi. "Rimaniamo scettici sull'efficacia del meccanismo dell'invarianza del gettito, contemplata nella riforma del Catasto", avverte il presidente di Assoedilizia, Achille Colombo Clerici, secondo cui "manca un adeguato sistema di salvaguardia dei contribuenti a regime".

Ci vorranno tre anni. Alla peggio cinque. Non prima di allora la riforma del Catasto entrerà in vigore. Perché il lavoro da mettere a punto è colossale, a dir poco imponente. Ci sono 35 milioni di abitazioni da passare al setaccio. E altri 26 milioni negozi, capannoni e officine da controllare. Tutto prima di mettere a punto il ricalcolo che - è bene ricordarlo - il governo ha promesso essere "a saldi invariati", cioé non si dovrebbe pagare niente di più niente di meno. Ma c'è da fidarsi? Ovviamente, no. Il direttore dell'Agenzia delle Entrate, Rossella Orlandi, ha già messo in chiaro che "qualcuno pagherà di meno, qualcuno di più" dal momento che "l'invarianza di gettito sarà calcolata su base territoriale rimodulando le quote che sono locali". E quindi? Ad oggi il gettito si aggira intorno ai 30 miliardi di euro.

A questo punto bisogna capire se la rivalutazione degli estimi catastali comporterà un esborso maggiore. La riforma prevede, infatti, che si passi dalle attuali classi catastali a meno di trenta. Solo tre riguarderanno il residenziale.

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