Nuovo passo in avanti di Saipem nella manovra economico-finanziaria presentata dal ceo Francesco Caio (nella foto) lo scorso 25 marzo per colmare il rosso da 2,4 miliardi dell'esercizio 2021. È andata in porto la cessione delle attività di perforazione su terra (Drilling Onshore), che passano alla scozzese Kca Deutag per 550 milioni di dollari (513,45 mln euro), con una formula gradita agli analisti finanziari, che prevede oltre all'incasso una partecipazione del 10% nella nuova entità combinata che si verrà a creare, denominata Kcad. L'operazione non comporta trasferimenti di debiti finanziari da Saipem all'acquirente e sarà conclusa a valle dello scorporo delle attività stesse da San Donato Milanese e dell'aumento di capitale da 2 miliardi di euro previsto dalla manovra.
Il passaggio di mano si concretizzerà in una prima fase il prossimo 31 ottobre per il Medio Oriente e in una seconda il 31 marzo 2023 per le Americhe. Un accordo, secondo il Gruppo «coerente con la strategia di Saipem di costruire un modello di business più resiliente e focalizzato, a supporto della struttura di capitale e degli obiettivi di liquidità».
Le attività di perforazione su terra (onshore) di Saipem si svolgono oggi in 13 Paesi del mondo fuori dall'Italia, soprattutto nelle due Aree indicate, con circa 4mila persone e un portafoglio di 83 impianti di proprietà. Nel 2021 hanno fruttato ricavi per 347 milioni di euro e un margine operativo lordo rettificato di 82 milioni. Per il 2022 il Gruppo prevede un Mol rettificato pari a circa il 20% del totale.
Con la cessione e la creazione della nuova entità combinata Saipem punta a «concentrare i propri sforzi nel settore delle trivellazioni offshore» senza abbandonare del tutto il settore Pesante. La reazione del titolo in Borsa, dove dopo un rialzo iniziale di oltre il 2% ha ceduto il 4,09% a 5,39 euro.
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