Ogni anno l'Italia perde 34 miliardi di euro a causa delle carenze infrastrutturali che limitano i trasporti.
Ne è convinto il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, secondo cui ci sono sono difetti strutturali che "comprimono la produttività sistemica dell'Italia e rendono il nostro paese meno competitivo". "Tra questi, le carenze infrastrutturali del nostro Paese: ci fanno perdere circa 34 miliardi di euro all'anno, 2 punti di Pil", ha spiegato aprendo il Forum di Confrasporto, "I nostri autotrasportatori subiscono la concorrenza sleale di operatori esteri e le nostre merci viaggiano più lentamente e con maggiori costi. Dunque, il nostro è un paese ancora largamente disconnesso, un paese che non è riuscito a far funzionare l'intermodalità. Senza, peraltro, far rispettare il principio chi meno inquina meno paga, principio che dovrebbe premiare con minori tasse chi usa veicoli più puliti, cosa che da noi, purtroppo, non avviene". Ma non va tutto male: Sangalli rivela anche che "il traffico merci delle autostrade del mare nei porti italiani è cresciuto del 43% negli ultimi dodici anni".
Per il presidente di Confcommercio bisogna "confermare la volontà di connettere l'Italia e promuovere la mobilità sostenibile": "Servono più investimenti, bisogna rimettere in moto i cantieri", assicura, "E le risorse stanziate non mancano perché nell'ultimo Documento di economia e finanza c'è, per le infrastrutture, un quadro di programmazione di risorse da 110 miliardi di euro. Ma vanno semplificate le procedure previste dal Codice degli appalti, visto che in Italia servono, in media, 15 anni per realizzare un'infrastruttura strategica di trasporto. Vanno realizzate senza tentennamenti le opere realmente necessarie. Così come bisogna porre la giusta attenzione al tema del confronto europeo sullo scorporo degli investimenti infrastrutturali dal computo del deficit".
Poi ha parlato anche della prossima manovra di bilancio: "Ci auguriamo che realizzi quella sintesi necessaria tra le misure per la crescita economica e il rispetto delle regole della finanza pubblica", ha detto, "È una sintesi necessaria perché, da un lato si stanno indebolendo tanto il commercio internazionale, quanto il ritmo di crescita dei consumi interni e dell'economia italiana nel suo complesso.
E, dall'altro lato, gli andamenti dello spread ed il loro impatto sui conti pubblici e sul sistema bancario ci ricordano costantemente l'importanza di politiche di bilancio equilibrate in un Paese in cui il rapporto tra debito pubblico e Pil supera il 130 per cento".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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