Mediobanca, Nagel promette dividendi più alti

A settembre utili a 160 milioni. Il banchiere: "Dobbiamo cambiare"

Mediobanca, Nagel promette dividendi più alti

Mediobanca (+4,6% a 6,95 euro) festeggia un trimestre migliore delle attese degli analisti e progetta un futuro all'insegna del recupero della redditività del business bancario e da un'ulteriore focalizzazione sull'attività caratteristica a scapito delle ultime partecipazioni nei salotti finanziari rimaste in portafoglio. «Mediobanca deve cambiare, deve accettare le sfide. Una banca che resta con un business model degli anni '70 non ha prospettive», ha dichiarato l'ad Alberto Nagel, nel corso dell'assemblea degli azionisti che ha approvato il bilancio 2013-2014 e il rinnovo del cda. Confermato per un triennio, oltre a Nagel, il presidente Renato Pagliaro; nel board esordisce invece Marie Bollorè, ieri scortata in sala stampa da Tarak Ben Ammar. Il padre, Vincent Bollorè (secondo socio con il 7,5%), a margine dell'assemblea, ha ribadito la volontà di rimanere azionista di Mediobanca «nel lungo termine».

Piazzetta Cuccia ha diffuso anche la trimestrale: 525 milioni i ricavi (+24,5%), a fronte di un utile netto di 160 milioni (in calo dai 171 milioni registrati un anno fa grazie agli utili derivanti dalle cessioni, ma meglio delle stime di consenso ferme a 120 milioni) e un coefficiente patrimoniale Core tier 1 all'11%. «Il risultato dell'attività bancaria è triplicato (a 106,8 dai 34 milioni del 2013) e non abbiamo beneficiato di alcun provento straordinario», ha sottolineato Nagel per poi specificare: «Questo non significa che non continueremo a cedere partecipazioni, ma lo faremo ma più verisimilmente nella seconda metà dell'anno». Il manager conta infatti di uscire da Telecom Italia entro il 30 giugno e di ridurre il peso in Generali nel corso «dell'ultimo anno di piano (la scadenza è a giugno 2016 ndr )». Quanto invece a Rcs (di cui Mediobanca ha ancora in mano il 6,2%) tutto «dipende da prezzi e mercato».

Per i prossimi mesi Nagel è ottimista anche grazie all'atteso recupero della redditività caratteristica bancaria. Per l'esercizio in corso il top banker si attende quindi un «apprezzabile aumento dei ricavi» e «utili in aumento sia dal punto di vista quantitativo che qualitativo». In questo scenario, l'ad è fiducioso di poter procedere ad aumentare il dividendo di fine esercizio rispetto agli 0,15 euro per azione riconosciuti sul 2013-2014.

Esclusa invece la distribuzione di azioni proprie utilizzabili «per eventuali piccole acquisizioni … piccole aggiunte a business che già abbiamo, come Compass, CheBanca! o nel risparmio gestito», ha concluso Nagel, che tuttavia nega che Mediobanca parteciperà come grande acquirente al consolidamento del settore.

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