Le agenzie di rating volevano destabilizzare "immagine, prestigio e affidamento creditizio dell'Italia sui mercati finanziari". Quello che per molti era già un sospetto, è scritto nero su bianco nella conclusione delle indagini a cui è arrivata la procura di Trani al termine dell'inchiesta contro Standard&Poor's. La denuncia è partita da Adusbef e Federconsumatori il 18 luglio 2011 dopo l'ennesimo declassamento dell'Italia. La procura ha oggi chiuso le indagini. L'accusa è quella di manipolazione di mercato pluriaggravata e continuata, con l'aggravante di "aver cagionato alla Repubblica Italiana un danno patrimoniale di rilevantissima gravità".
Nell'inchiesta è coinvolta anche Moody’s (indagata dal 2010 per il report del 6 maggio in cui definiva l'Italia un Paese a rischio) e Fitch. Oltre agli analisti, sono indagati anche l’ex presidente, Deven Sharma, e l’attuale responsabile dell’agenzia per l’Europa, Yann Le Pallec. Il pm Michele Ruggiero chiede inoltre alla Consob di valutare "la possibilità che S&P possa continuare ad operare in Italia".
L'agenzia di rating statunitense si difende: "Riteniamo che le
accuse riportate siano prive di ogni fondamento e non supportate da alcuna prova. Continueremo a difendere strenuamente le nostre azioni e la reputazione della società e delle nostre persone". ha concluso la società.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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