Il presidente del Consiglio Mario Monti è convinto di una cosa: se gli spread sono così alti, come in questi giorni, i motivi sono sostanzialmente due: il "contagio" (fra mercati e paesi in più o meno grande crisi) e la "mancanza di un percorso visibile di crescita". Lo spread tornato sopra i 400 punti base, sottolinea Monti, indica che l’Italia nonostante "riforme strutturali che costano politicamente e socialmente" è ancora minacciata da enormi possibilità di contagio". E questo contagio "è dovuto a una debolezza complessiva del sistema più che al singolo paese".
Il capo del governo, intervenuto in teleconferenza al Bruxelles economic forum, è certo che se nel vertice Ue di fine giugno i 27 paesi riusciranno ad approvare "un pacchetto credibile di misure per la crescita, gli spread scenderanno istantaneamente". Monti poi si dice "sollevato e incoraggiato dalla valutazione" contenuta nelle raccomandazioni della Commissione europea, ma ammette che "molto deve essere ancora fatto". In buona sostanza non basta individuare la malattia, bisogna procedere in fretta con la cura. Prima che sia troppo tardi.
Il debito e i peccati del passato
Il premier si sofferma anche sul (troppo alto) rapporto debito/pil italiano: "E' il risultato, permettermi di dirlo in termini autoflagellatori, dei peccati del passato". Il livello del debito è, al contempo, una delle "due ragioni" per lo spread molto alto. "L’altra è la mancanza di una traiettoria per la crescita".
Garanzie per le banche
Monti si è soffermato anche sull’ipotesi di una
garanzia europea sui depositi bancari e di un intervento diretto del fondo salva-Stati per ricapitalizzare le banche: ipotesi che secondo il presidente del Consiglio devono essere prese in considerazione.
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