Ma come, l'economia americana viaggia forte mentre l'Europa è sul ciglio della recessione e l'euro si rafforza sul dollaro? Eppure un motivo c'è se la moneta unica ieri ha toccato quota 1,1 sul biglietto verde, portandosi ai massimi da agosto. La ragione, però, non è rassicurante per l'economia europea. «È possibile che i mercati vedano l'economia Usa molto resiliente, con un costo del lavoro elevato e quindi non compatibile con un'inflazione al 2%» è l'analisi di Antonio Tognoli, responsabile macroeconomia di Cfo Sim, «ragione per cui la Federal Reserve potrebbe mantenere i tassi più alti e più a lungo». Questo però apre possibilità di rendimento sull'obbligazionario europeo.
Nel nostro continente, infatti, l'economia è più debole e la Banca centrale europea potrebbe dover considerare di tagliare i tassi d'interesse per rianimare la crescita economica. «Il principio è andare a investire dove si prevede che i tassi diminuiranno per garantirsi guadagni in conto capitale», prosegue Tognoli, «Vuol dire che si vendono dollari e si comprano euro, così quest'ultimo si rafforza». Le emissioni di debito europeo con maxi rendimenti, infatti, aumenterebbero inevitabilmente il loro prezzo sul mercato, permettendo di essere rivenduti con un guadagno.
Ma se queste sono le forze in atto sui mercati, con l'euro che si è apprezzato del 5% sul dollaro da inizio ottobre, il capo della Bundesbank, Joachim Nagel, non pensa che un taglio dei tassi d'interesse da parte della Bce sia all'orizzonte: «Sarebbe prematuro abbassare i tassi a breve o anche solo ipotizzarlo», ha detto a Bloomberg il banchiere centrale, «l'effetto principale dell'inasprimento della politica sull'inflazione deve ancora manifestarsi». Secondo Nagel, inoltre, «anche se l'inflazione è scesa significativamente nei mesi scorsi, non possiamo dare per scontato che questa discesa continui». A parere del falco tedesco «gli effetti disinflazionistici del calo dei prezzi dell'energia si sono dispersi e siamo ancora molto distanti dal nostro target».
Intanto, secondo il bollettino statistico della Bce, per la prima volta dopo otto anni i finanziamenti alle imprese registrano un calo su base annua: meno 0,3% a ottobre. Il timore, quindi, è che forse il peggio debba ancora venire.
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