Visto che le buone maniere non hanno funzionato, il governo greco, alla disperata ricerca di denaro contante per evitare il default, usa la forza per mettere le mani nelle casse degli enti locali. Per effetto di un decreto (già pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale, secondo Bloomberg), le regioni, i comuni e gli istituti previdenziali saranno costretti a versare su un conto speciale, aperto presso la Banca centrale ellenica, la propria liquidità. Un vero e proprio drenaggio di risorse nel momento in cui si intravede qualche spiraglio nelle trattative fra Atene e i creditori per lo sblocco dei 7,2 miliardi di euro di aiuti.
Quanto basta alle Borse, dopo la batosta di venerdì scorso, per rifiatare (+1,25% Milano, stabile lo spread Btp-Bund a 140 punti) e ignorare che con una simile misura il premier Alexis Tsipras conferma quanto già si sapeva: il Paese è alla canna del gas. Andato a vuoto, la scorsa settimana, il tentativo col Fondo monetario internazionale di ottenere una dilazione nei pagamenti e non avuto un solo centesimo dalla Russia, l'esecutivo gioca le ultime carte per sottrarsi alla bancarotta. Un evento fatale, se non riuscirà a reperire entro metà maggio 3,8 miliardi. A disposizione sarebbero rimasti circa due miliardi, ma servono per pagare stipendi e pensioni. Ecco così l'idea del prelievo forzoso, con la confisca delle riserve che gli enti pubblici - finora riluttanti ad assecondare l'invito a girare allo Stato le proprie disponibilità di contante - tengono parcheggiate nelle banche. L'operazione, in base ai calcoli fatti da alcune fonti, frutterebbe due miliardi.
Non male per una misura da ultima da spiaggia, ma forse non ancora sufficiente. Da oltre un mese, circolano infatti indiscrezioni sull'imminente emissione di certificati, denominati Iou ( I owe you , io ti devo), con cui Atene intenderebbe remunerare i dipendenti pubblici e i pensionati, tenendo invece gli euro come arma per ripagare i debiti. Chiamateli cambiali o pagherò, ma la sostanza non cambia: si tratterebbe di una violazione delle regole con cui si è sancito che l'euro è la sola moneta legale nell'Unione monetaria. La Bce non ha mai voluto commentare questi rumor, forse ritenendo che la Grecia rimarrà nel solco della legalità monetaria. Di sicuro, il vicepresidente dell'Eurotower, Vitor Constancio, è convinto che «non ci sarà un'uscita della Grecia» dall'euro. Neppure in caso di bancarotta, che «non implica automaticamente l'espulsione dall'eurozona. Inoltre, «in caso di default - ha spiegato - non c'è un coinvolgimento automatico delle banche, se le stesse banche non risultano insolventi e i loro collaterali vengono accettati». E, secondo il banchiere portoghese, gli istituti ellenici «adesso sono solventi». Soprattutto per merito dei 110 miliardi, il 70% del Pil greco, messi a disposizione della Bce.
Dopo il week-end di lavoro, il Bruxelles Group ha proseguito ieri gli incontri, destinati a concludersi oggi. «L'intensificarsi in sè delle discussioni è già qualcosa che va nella giusta direzione», sottolineano fonti Ue.
Domani ci sarà un Euroworking group a Bruxelles in vista dell'Eurogruppo informale a Riga di venerdì prossimo. Un'agenda fitta che si completerà con l'Eurogruppo dell'11 maggio, alla vigilia dei pagamenti cui Atene dovrà far fronte.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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