Da Quota 100 a opzione donna, sono molteplici le finestre di uscita per abbandonare il mondo del lavoro nel 2020 e poter finalmente usufruire del diritto di riscuotere l’assegno di pensione.
Sia chiaro, come sottolinea Il Sole 24 Ore ogni categoria di lavoratori fa storia a parte e risponde a regole differenti. I tempi di attesa, ad esempio, vanno da un minimo di 3 anni a un massimo di 21 mesi.
Questa ta 100
Cerchiamo di fare ordine e analizzare nel dettaglio ogni percorso, iniziando con Quota 100. Questa misura è stata introdotta lo scorso anno in via sperimentale per tre anni. Consente di andare in pensione anticipata con 62 anni di età e 38 di contributi.
In generale, Quota 100 prevede tre possibilità di uscita. La prima riguarda i lavoratori del settore privato, che vedranno aprirsi la finestra mobile dopo tre mesi dalla data del raggiungi,e ti dei requisiti sopra citati. La seconda è inerente ai lavoratori pubblici; in tal caso la lunghezza della finestra mobile passa dai 3 ai 6 mesi. La terza e ultima possibilità è per i lavoratori del comparto scuole e Afam, i quali devono presentare la domanda di pensionamento con Quota 100 entro la fine di febbraio 2020, con possibilità di uscita a partire dall’inizio dell’anno scolastico 2020/2021.
Opzione donna
La cosiddetta opzione donna è stata prorogata di un anno. Le lavoratrici che matureranno un’anzianità contributiva pari o superiore a 35 anni e un’età di almeno 58 anni (59 per le autonome), avranno la possibilità di accedere alla pensione anticipata. Come? Con assegno calcolato con il metodo contributivo. La finestra di uscita è di 12 mesi per le dipendenti e 18 per le autonome.
Totalizzazione, ricongiunzione e cumulo
Un’altra strada da citare è quella della totalizzazione. Riguarda i lavoratori dipendenti, autonomi e partite Iva che hanno versato contributi in più fondi previdenziali ed è una possibilità gratuita. La pensione scatterà con 66 anni di età e al,emo 20 di contributi. È inoltre necessario attendere l’apertura di una finestra mobile di 18 mesi nel caso di pensione di anzianità o di 21 mesi in caso di pensione di anzianità con 40 anni di contributi. Queste categorie di lavoratori dalle carriere discontinue possono poi pensare alla ricongiunzione, cioè al “trasferimento oneroso dei contributi da una gestione all’altra”, o al cumulo, ovvero le “gestioni trasferiscono le quote all’Inps che eroga un’unica pensione”.
Dalla legge Fornero alla vecchiaia
Resta ancora in pista la legge Fornero. Dunque, nel 2020 e fino al 2026, i lavoratori potranno andare in pensione con il sistema,a misto con 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne. La finestra prevista vale tre mesi.
Esattamente come per i lavoratori precoci, che potranno uscire con 41 anni di contributi. I requisiti sono quelli di: svolgere “attività particolarmente faticose”, essere care governa, invalidi civili almeno al 74% o disoccupati senza Naspi.
L’assegno si calcola con il sistema misto oppure retributivo.L’ultima strada da citare è il requisito di vecchiaia. Nel 2020 e nel 2021 la soglia sarà quella di 67 anni, con un minimo di almeno 20 anni di contributi
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