Unicredit ha una dote di 4 miliardi per convincere i soci di Banco Bpm

Il rilancio può arrivare fino a 9,3 euro per azione

Unicredit ha una dote di 4 miliardi per convincere i soci di Banco Bpm
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Non si ferma l'ondata di indiscrezioni che ruota intorno all'Ops che Unicredit ha lanciato dul capitale di Banco Bpm. Di ieri l'idea che l'istituto guidato da Andrea Orcel (foto) possa arrivare a offrire «un incentivo cash fino a 4 miliardi di euro» per Banco Bpm, alzando la sua offerta a 9,3 euro per ciascuna azione, con un premio del 20% sulle attuali quotazioni del Banco e di circa il 38% rispetto alla sua proposta iniziale. Lo affermano gli analisti di Jp Morgan secondo cui un rilancio di questa entità sarebbe compatibile con il mantenimento da parte di Unicredit di un Cet1 superiore al 13% sulla base delle regole di Basilea 4, con la conservazione di un buffer di capitale da destinare all'acquisizione di Commerzbank e con la prosecuzione di «un'attraente politica di distribuzione del capitale con un rendimento totale superiore a quello del settore». A nostro avviso - osservano gli esperti di di Jp Morgan - sia Banco Bpm che Commerzbank hanno un senso strategico a lungo termine ed entrambe le acquisizioni sarebbero finanziariamente attraenti a patto che il premio sia limitato rispettivamente al 20% e al 15%». Sempre secondo gli analisti americani la banca guidata da Giuseppe Castagna aggiornerà i target del piano industriale per tener conto degli effetti dell'acquisizione di Anima, promettendo un ritorno sul capitale tangibile (Rote) superiore al 17% e alzando «probabilmente» al 90% la quota di utile da destinare a dividendo. Inoltre «se necessario» il Banco «potrebbe fare una mossa difensiva con Mps» garantendosi 610 milioni di euro di sinergie prima delle tasse. Ma per garantirsi un ritorno sull'investimento del 15% (a fronte di un ritorno sul capitale tangibile superiore al 17% nell'opzione stand alone) dovrebbe limitare il premio «a solo il 10%», pari a circa 7,4 euro per azione. Intanto si apprende che Bpm punta a rafforzare il capitale con due operazioni Srt (Significant risk transfer) collegate a 4,5 miliardi di crediti, nel mezzo della sua battaglia per difendersi dall'Ops ostile di Unicredit. Una transazione riguarda un pacchetto di 2,5 miliardi in prestiti alle grandi imprese, mentre l'altra è collegata a 2 miliardi di crediti alle pmi. Banco Santander affianca Bpm nella commercializzazione del primo portafoglio, Intesa Sanpaolo del secondo.

Infine, sempre Bpm ha depositato all'Antitrust l'esposto anticipato a metà dicembre dal Giornale in cui denuncia come l'offerta di scambio lanciata da Unicredit rappresenti una «killer acquisition», un'operazione finalizzata ad eliminare un concorrente scomodo.

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