Un'impresa su tre non riesce a farsi pagare le fatture

Il presidente Cellino: "Il taglio di 4,6 miliardi al fondo automotive è stato un colpo basso inaccettabile"

Un'impresa su tre non riesce a farsi pagare le fatture
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Nuovo allarme pagamenti per le imprese dopo il caso Teksid-Stellantis. Da un'indagine dell'ufficio studi di Api Torino emerge che il 33% delle aziende del territorio segnala crediti scaduti da oltre 60 giorni e si segnala un continuo aumento del ricorso agli ammortizzatori sociali, che entro fine anno coinvolgerà il 27,6% delle imprese (fino al 32,1% di quelle manifatturiere).

«Siamo davanti a un forte peggioramento della situazione del sistema delle imprese. Preoccupa soprattutto il fatto che a soffrire sono adesso anche le imprese più presenti sui mercati esteri. Il rallentamento degli investimenti e l'aumento del ricorso agli ammortizzatori sociali sono segnali di forte preoccupazione», è la dura realtà descritta da Fabrizio Cellino, presidente di Api Torino, che aggiunge: «Abbiamo a che fare con un contesto estremamente complesso sia nel Paese che nei mercati internazionali».

Per aumentare la competitività del territorio e del sistema Paese, la ricetta suggerita da Cellino è quella di incentivare le aggregazioni, la creazione di filiere che riescano a razionalizzare anche il reperimento delle materie prime e a creare più efficienza e competitività.

Ovviamente nota dolente è il settore auto. L'annunciato taglio di 4,6 miliardi al fondo automotive destinato all'adozione di misure a sostegno della riconversione della filiera è ritenuto dal presidente di Api Torino «un colpo basso al settore che non può essere accettato».

L'economia torinese paga la crisi di ordini e lo stato di incertezza che grava soprattutto sulle imprese manifatturiere dell'indotto automotive.

Tutto ciò, rimarca l'indagine, si inserisce all'interno di un contesto economico condizionato dal rallentamento dell'economia europea, in particolare della Germania, mercato di riferimento per le imprese del territorio.

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