Il nuovo francese è arrivato, e per prima cosa gli hanno detto che gli taglieranno lo stipendio. Henry Proglio, presidente del colosso elettrico francese Edf, ha ieri fatto il suo ingresso ieri nel cda di Edison, di cui è azionista assieme alla A2A attraverso un complicato e non felicissimo gioco di partecipazioni.
La società di Foro Buonaparte, come tutte quelle del settore energia, ha chiuso il 2009 con dati in flessione a causa della caduta generale della domanda: il consiglio ha annunciato che il fatturato è stato di 8,867 miliardi (in calo dell'11,9% sul 2008) e l'utile netto di 240 milioni (meno 30,6%). Anche i dividendi, di conseguenza, scenderanno a 0,0425 per le ordinarie (da 0,05) e a 0,0725 per le risparmio (da 0,08). Tuttavia, secondo il comunicato del gruppo, i risultati sono in linea con quelli del 2008 «a parità di perimetro ed escludendo effetti non ricorrenti». Il titolo ha chiuso in Borsa in lieve recupero, dello 0,8%.
Visto che l'annata è stata magra e il futuro prossimo non si annuncia certo opulento il consiglio ha anche preso una decisione che non ha precedenti nelle società italiane quotate in Borsa: nel 2010 verranno ridotti del 10% i compensi di tutti gli amministratori, a partire da quello del presidente, Giuliano Zuccoli; in più gli emolumenti dell'amministratore delegato, Umberto Quadrino, subiranno un taglio del 25% nella parte variabile. «Siamo i primi in Italia a farlo, vediamo se altri ci seguiranno - ha detto Quadrino al Giornale -. In un momento difficile, abbiamo voluto dare al mercato un segnale di moderazione». Quindi anche il neoamministratore Proglio riceverà un po' meno del suo predecessore Pierre Gadonneix, liquidato dalla presidenza dell'Edf da Nicolas Sarkozy perché si era azzardato a reclamare un aumento delle tariffe elettriche francesi. Certo non sarà questo un problema per lui, uno dei manager più potenti d'Europa. Il problema sarà invece quello di sistemare una volta per tutte il dossier italiano. L'Edison, come detto, ha un assetto proprietario un po' particolare. Il 61% appartiene a Transalpina Energia (di cui lo stesso Proglio è diventato ieri presidente) controllata a sua volta al 50% da Edf e da Delmi. Quest'ultima è una scatola societaria che fa capo per la maggioranza ad A2A e ha come partner minoritari Enìa, Trentino Servizi, Sel. Edf, oltre al 50% di Transalpina, possiede poi un 18% di Edison. Quindi, a conti fatti, ne è l'azionista di controllo. Però Edf e Delmi sono legati da un patto di sindacato che garantisce una governance paritetica in Foro Buonaparte, patto che scadrà nel settembre 2011.
È una sistemazione che non soddisfa nessuno dei due partner, infatti da tempo si parla di cambiare questo assetto. Qualcosa in tale direzione (se non proprio delle trattative, almeno degli assaggi) era già stato fatto nell'autunno dello scorso anno, ma poi tutto si era fermato per l'uscita di Gadonneix: si aspettava che arrivasse il nuovo presidente di Edf ed entrasse nella pienezza dei suoi poteri. Ora Proglio è saldamente insediato e dunque si riparla di ripresa del dialogo per Edison. Le ipotesi sul tappeto sono sempre le stesse: un'Opa da parte di Edf che dunque avrebbe il controllo pieno della società; all'opposto, una sua uscita e il subentro di altri partner (italiani o stranieri) a fianco di A2A; oppure lo spezzatino, con la divisione delle attività elettriche da quelle del gas.
«Proglio è arrivato da poco più di due mesi ai vertici Edf - dice Quadrino - e ha avuto altri dossier più urgenti da esaminare. Ha una buona considerazione di Edison che reputa un investimento importante. Non credo che abbia già deciso che atteggiamento tenere. Però, per come lo conosco, è un manager molto diretto: quando avrà valutato la questione a fondo, deciderà rapidamente.
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