Elisabetta di Francia

La notizia, diffusa dalla Bbc, del progetto avanzato mezzo secolo fa d’una unione francobritannica, sul modello del Commonwealth sotto la corona di Elisabetta II, mi è sembrata interessante ma non sconvolgente. Nei momenti di crisi - tale era senza dubbio quel settembre del 1956 in cui Guy Mollet avrebbe avanzato la proposta - le due grandi nazioni europee trovano antiche affinità storiche e culturali. Il socialista Guy Mollet aveva visto nella nazionalizzazione del Canale di Suez, di poco precedente, un colpo durissimo al prestigio francese e insieme al premier inglese Anthony Eden avrebbe presto ordinato un intervento nel conflitto arabo-israeliano con l’attacco al Canale di Suez.
Non sconvolgente la notizia, osservavo. Perché senza voler rievocare i tanti momenti di vicende plurisecolari in cui i destini delle due grandi nazioni europee sono stati intrecciati strettamente, basta riandare alla disfatta dell’esercito del generale Gamelin con la sua inutile linea Maginot, nella Seconda guerra mondiale. Il 16 giugno 1940, mentre i carri armati tedeschi già dilagavano in territorio francese e il primo ministro Reyneaud si accingeva a intavolare trattative d’armistizio, Winston Churchill ebbe una delle sue idee la cui genialità sconfinava spesso nella fantasia. Chiese a Charles De Gaulle, già apostolo della resistenza a oltranza, di telefonare a Reyneaud e di comunicargli questo piano (cito dal volume Storia della Seconda Guerra Mondiale di Peter Calvocoressi e di Guy Wint): «Continuazione della guerra sulla base di un’unione politica francobritannica, di una comune cittadinanza dopo la guerra e dell’impegno di un totale appoggio britannico. Questo strano piano, che avrebbe fatto risorgere la fallita unione istituita da Enrico V col Trattato di Troyes del 1420, era stato elaborato da funzionari francesi e inglesi, in particolare da Jean Monnet e Arnold Toynbee con l’appoggio di Lord Vansittart».
L’offerta di Churchill, non si sa quanto convinto mentre l’avanzava, naufragò presto. Era stata accolta freddamente dai francesi - Reyneaud tuttavia l’appoggiava e infatti si dimise per lasciare il posto a Petain - ma anche nella dirigenza politica inglese.
Sì, nell’ora del pericolo e quando non esista un contenzioso tra Francia e Inghilterra, i molti legami riemergono e diventano determinanti. La Francia del 1940 era militarmente in agonia. La Francia del 1956 subì dall’intervento a Suez uno scacco molto pesante, inflitto proprio dagli Stati Uniti che imposero la rinuncia a quell’azione. Ed erano gli Stati Uniti di Eisenhower e di Foster Tulles, non di timidi pacifisti. Frastornata dalle convulsioni della Quarta Repubblica la Francia stava per consegnarsi al salvatore De Gaulle, protagonista come si vede nella prima e nella seconda emergenza europea.


Ecco perché concedo attendibilità alle rivelazioni della Bbc. Elisabetta II regina di Gran Bretagna e Francia? Poteva sembrare una soluzione. Dopotutto nella dinastia della sovrana vigeva, per l’ordine della Giarrettiera, un motto francese: Honny soit qui mal y pense!

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